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Comunicato Coordinamento antifascista

Ci sentiamo soffocare. Non riusciamo a distogliere lo sguardo da ciò che accade nelle nostre città: sgomberi violenti di edifici abbandonati, occupati per necessità abitative o per svolgere attività sociali di mutuo soccorso; migliaia di sfratti di famiglie povere eseguiti senza rispetto per le persone e le cose; attacchi della polizia a manifestazioni di poche centinaia di persone che esprimono con passione opinioni marginali, forse, certamente minoritarie, ma solidali…

Ci sentiamo soffocare quando scopriamo che il numero dei minori rinchiusi in istituti nell’ultimo anno è aumentato; quando entrano in carcere 400 persone al giorno per reati minori (spaccio, danneggiamento, resistenza).
Ci manca il fiato quando vediamo il detenuto torturato e picchiato, con la complicità del direttore del carcere, anche perché pensiamo a tutti quelli che subiscono quel trattamento e non vengono rivelati, pensiamo ai giovani suicidi nelle prigioni italiane (record europeo).

Ci sentiamo soffocare e ci arrabbiamo perché in questo paese si muore quando si lavora più che in qualsiasi altro paese d’Europa, e accade perché i governi da decenni hanno favorito la precarietà, i subappalti e non hanno voluto fermare il “lavoro nero”.
Siamo arrabbiat* perché si fanno chiacchiere sull’autonomia della Magistratura mentre questa pare obbedire alla deriva giustizialista (verso i poveri e i deboli) della destra di governo.
Siamo molto arrabbiat* perché la Magistratura avvalla i dispositivi repressivi messi in atto dalle Questure contro le manifestazioni di dissenso o di critica; perché si muove in ritardo e con troppa cautela nei Cpr dove i diritti sono calpestati e la dignità umana cancellata dalle discriminazioni di Stato e dalla gestione privata della “reclusione amministrativa” che producono veri “campi di concentramento”.

Politica e Istituzioni sono i soggetti della deriva autoritaria dentro la quale viviamo con disagio e rabbia. Sono i produttori di un “pensiero unico” sul quale non si può dissentire. Inventano alchimie ideologiche per giustificarlo, come, ad esempio, il diritto di Israele di vendicarsi su 30.000 persone o l’accusa di antisemitismo a chi critica Israele (come dire che sei anticristiano se critichi il Papa!).

Non abbiamo paura ma l’allineamento dei media di carta e digitali a quell’unico pensiero ci preoccupa, perché ciò che scorgiamo è la crisi della democrazia, la vocazione consensuale alla costruzione di una democrazia autoritaria.

Ci sentiamo soffocare in mezzo a tutto questo, ma non abbiamo paura.
Perché siamo molto arrabbiat* e ci dedicheremo a favorire e costruire rivolte, piccole forse, ma diffuse: nelle strade delle città, nelle scuole, in carcere, dove si fa scempio del territorio e nei cantieri, intorno alle fabbriche che stanno chiudendo, tra i migranti rinchiusi nei Cpr, nei porti di sbarco, negli ospedali dove l’assistenza sanitaria è ridotta dalle privatizzazioni, ovunque si incontrino persone che portano bisogni da rivendicare, diritti da difendere, desideri da ricercare.

Coordinamento antifascista, Biella, febbraio 2024


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