Adania Shibli, Un dettaglio minore. La nave di Teseo. Deserto del Negev. È da poco terminata quella che Israele celebra come la Guerra d’indipendenza e i palestinesi chiamano invece Nakba, la catastrofe, con conseguente esodo ed espulsione di oltre 700.000 persone. Un raggruppamento militare israeliano ha il compito di demarcare il confine meridionale con l’Egitto, impedire a chiunque di attraversarlo e “ripulire” la zona di ogni presenza araba. Il plotone si imbatte in una carovana di beduini, eliminando loro e gli animali al seguito. Rimangono “fortunosamente” in vita un cane e una ragazza, che verrà imprigionata e, a breve, stuprata e uccisa. È il 13 agosto 1949. Molti anni passano da quell’eccidio e una ragazza palestinese di Ramallah ne viene casualmente a conoscenza e decide di indagare, colpita e ossessionata da un “dettaglio minore”: lei è nata nello stesso giorno, ma 25 anni dopo, l’assassinio della povera beduina.
L’autrice con talento e non comune sensibilità ci accompagna nel breve viaggio che la ragazza intraprende, svelandoci inquietudini, paure, impossibilità, divieti derivanti dall’essere prigionieri nella propria terra. Sarà per questo che l’organizzazione della Fiera di Francoforte si è rifiutata di ospitare la cerimonia di assegnazione del premio LIBeraturpreis legittimamente vinto da Adania Shibli?
Segnalazione (Volere la luna) di
Paolo Barsi, libraio di Comunardi
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