Congresso CGIL
Si è avviato il dibattito dentro la Cgil intorno al Congresso che si svolgerà a maggio.
Crediamo sia utile per tutti coloro che sono iscritti a questo sindacato dirci cosa pensiamo: fare analisi, condividere riflessioni, fare proposte. Trovare un modo per contare, oltre le tendenze burocratiche e le rigidità del sindacato.
In questo congresso si presentano due documenti. Vorremmo che ciò fosse letto come una ricchezza, un segno di pluralità e non un segno di rottura o divisione. Le unicità e gli unanimismi sono un vizio antico e soffocante, e non sono mai stati segno di creatività, innovazione e forza!
Al di là dei contenuti specifici dei due documenti intendiamo sottolineare la necessità di favorire una svolta culturale nel sindacato: uscire definitivamente da una prassi concertativa e ritornare alla pratica diffusa, (aziendale, locale, nazionale e di categoria) della contrattazione.
Superare l’ideologia del “governo amico”, che tanto danno ha fatto al sindacato durante i governi di centro-sinistra, e dare autonomia al sindacato, per aprire una stagione di conflitti capaci di difendere i lavoratori e introdurre mutamenti significativi nei luoghi di lavoro e nella società.
Rinnovare il sindacato significa liberarlo dalla tentazione di rappresentare la sinistra sociale del PD. Al contrario noi abbiamo bisogno di una sindacato che sappia riprendersi la sua autonomia e sappia svolgere un ruolo di lungo respiro che possa divenire strumento per la costruzione di un’opposizione sociale nel paese.
Per questo, pur nelle sue imperfezioni, indichiamo utile e importante aderire al documento numero due “LA CGIL che vogliamo“, questo è il documento preparato dalla maggioranza della “sinistra CGIL” e dalla stragrande maggioranza delle categorie Fiom (metalmeccanici) e Pubblico impiego: quelle più colpite dalle ristrutturazioni neoliberiste e dalle politiche di privatizzazione dei governi. Le categorie che hanno espresso la conflittualità più alta e più forte.
Ritrovarci intorno a questa mozione potrà dare più forza ad un sindacato che agisca subito per:
– bloccare i licenziamenti e contrastare le localizzazioni;
– contrastare le privatizzazioni a partire da quelle dei servizi pubblici locali e dell’acqua;
– contrastare l’attacco al lavoro pubblico, alla scuola, all’università e alla ricerca pubblica;
– contrastare la precarietà, la legge 30 e la Bossi-Fini;
– generalizzare gli ammortizzatori sociali;
– istituire il salario sociale;
– rivendicare la costruzione di nuovi strumenti di intervento pubblico sul terreno del credito e delle politiche industriali, per la riconversione ecologica dell’economia;
– rilanciare la lotta per la giustizia fiscale attraverso il contrasto all’evasione, l’aumento della tassazione sulle rendite, per diminuire la pressione fiscale sul lavoro dipendente…
Non sappiamo se i congressi si facciano attraverso i documenti, ma sappiamo che la discussione e il confronto sono ciò che danno valore alle scelte successive: scegliere in modo perentorio per un sindacato della contrattazione e del conflitto mi pare l’unica opzione praticabile, per questo proponiamo l’adesione al documento “La CGIL che vogliamo”
…ma parliamoci, incontriamoci, confrontiamoci e scegliamo insieme…
Marco Sansoè