Comunicato stampa 12.03.2022
TAV (treno alta velocità)
Il TAV è un crimine ambientale e uno spreco enorme di denaro pubblico.
Ma lo Stato se ne frega.
A’rieccoce! Ci risiamo!
Altra tornata di procedimenti. La Questura e la Procura di Torino tornano a scagliarsi contro il popolo No Tav.
Il giorno 10 marzo 2022 sono state disposte tredici misure cautelari: 2 arresti domiciliari, vari obblighi di firma, divieti di dimora nei Comuni di Chiomonte e Giaglione e due arresti in carcere a carico di Giorgio Rossetto e Umberto Raviola. A queste azioni si sommano le perquisizioni nella sede di Askatasuna, Neruda, dei presidi No Tav dei Mulini e San Didero, nonché nelle case di singoli attiviste ed attivisti.
Le accuse a carico sono di resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata sia in contesto cittadino che all’interno dei cantieri Tav di Chiomonte e San Didero avvenute nell’estate del 2020.
I presidi No Tav dei Mulini e San Didero sono stati tra i principali riferimenti per coloro che, in questi ultimi anni, hanno praticato forme di protesta e di resistenza contro la realizzazione di quest’opera inutile ed assurda, nonostante i limiti imposti dalla pandemia.
I No Tav hanno da sempre sperimentato i metodi violenti dei “tutori dell’ordine”, i teoremi accusatori e l’inquisizione messa in atto dalla Procura e dalla Questura torinese. La situazione è paradossale: in tutto il mondo si alzano proteste nei confronti delle Forze di Polizia , quando queste operano con tali spicce e violente modalità, ma non se questi fatti succedono in Val Susa. Tale situazione, purtroppo, illustra l’asservimento di queste forze e di chi le indirizza ai potentati economici, a difesa degli interessi di impresa.
L’interesse pubblico, la tutela ambientale non possono trovare attenzione in un sistema che sempre più produce povertà e ingiustizia sociale, ove si esasperano le differenze (etniche, culturali, religiose, di orientamento sessuale, ecc.) per distrarre, dividere e contrapporre.
Le azioni della Questura e della Procura di Torino paiono inserirsi un disegno politico molto più ampio inteso a silenziare le voci del dissenso popolare con provvedimenti repressivi: si sbattano in galere le persone, le si sottopongono a regimi di restrizione delle libertà individuali, si procede alla militarizzazione del territorio, si ignorano sistematicamente le voci e le ragioni di una comunità che da trent’anni si oppone alla realizzazione di questa infrastruttura. A farne le spese sono quei cittadini e associazioni che hanno prodotto prove, documentazioni, ricerche, analisi che dimostrano l’inefficacia e l’inutilità della Tav nel pieno rispetto delle leggi.
Anche la Corte dei conti europeahamosso severe critiche relativamente alla Tav Torino Lione evidenziando tre aspetti negativi: l’analisi costi-benefici ha rivelato che l’opera è assolutamente antieconomica, il forte impatto sulla salute delle persone e sull’ambiente e il mancato coinvolgimento della popolazione. Ovviamente i magistrati contabili sono stati ignorati ma non sono stati sottoposti a misure cautelari come invece è capitato a molti militanti No Tav in Valsusa.
La criminalizzazione e la persecuzione di chi ha una posizione critica, di chi la pensa diversamente, dipende purtroppo e unicamente dalla prospettiva, dall’angolazione dello sguardo di chi detiene il potere. Si pensi ai temi dell’aborto, dell’eutanasia, ecc., tanto per fare degli esempi, valutando come nei vari paesi sono (mal)trattati e perseguiti coloro che chiedono il riconoscimento normativo di questi diritti rispetto ai paesi dove tali diritti sono già ammessi ed operanti.
Anche per le questioni ambientali valgono sempre più le stesse considerazioni. E’ ormai universalmente ritenuto necessario operare coraggiose scelte eco-sostenibili nel tentativo di evitare i danni del cambiamento climatico (anche l’autodistruzione della stessa umanità) ed è inevitabile la conflittualità tra chi persegue il solo ed immediato interesse economico e chi ha uno sguardo più preoccupato per il futuro delle prossime generazioni.
Di questa emergenza e della necessità di gestire i conflitti in modo diverso non si ha consapevolezza in Italia, preferendo la politica italiana, gli organi dello Stato e la Procura torinese ignorare le ragioni di chi si oppone in Valsusa ad un’opera ambientale assurda e dannosa criminalizzando chi resiste.
Il Gruppo Biellese No Tav esprime piena solidarietà ai cittadini resistenti della Val Susa colpiti dalle azioni repressive degli organi statali.
Aderiscono: Legambiente Circolo Biellese “Circolo Tavo Burat”; Associazione “Thomas Sankara”; Coordinamento Antifascista Biellese; Laboratorio Sociale “La città di Sotto”; ANPI Valle Elvo e Serra; ARCI Biella-Ivrea-Vercelli, Rifondazione Comunista; Partito Marxista Leninista Italiano.
Gruppo Biellese No Tav: composto da volontari provenienti da differenti esperienze politiche il “Gruppo Biellese NO TAV” ha realizzato in questi anni molte iniziative volte a sostenere la lotta degli abitanti della Val Susa che si oppongono alla realizzazione della linea di alta velocità. Attraverso la realizzazione di conferenze, presidi cittadini, raccolta fondi, produzione di materiale informativo, partecipazione attiva a manifestazioni pubbliche si è tentato in questi anni di far sentire anche lontano dalla Val Susa la vicinanza agli abitanti della valle in lotta.