Il Manifesto per la Salute Mentale è un testo iniziale. Esso sarà sviluppato progressivamente in un documento finale, attraverso il coinvolgimento di tutte le forze che operano nel campo della cura
della sofferenza mentale. È rivolto alle società scientifiche, agli operatori, alle associazioni degli utenti, al mondo della cultura e alla ‘società civile’, alle forze politiche.
Con la diffusione del Manifesto si intende promuovere un vasto movimento di riforma la cui realizzazione è un’esigenza non più rinviabile. Il primo passo sarà un incontro nazionale a Napoli,
all’Istituto degli Studi Filosofici, sabato 4 Dicembre (9.30-13.00). Che farà il punto sulla situazione e lancerà il progetto. L’obiettivo è arrivare alla convocazione di Stati Generali per la riforma della Salute Mentale.
Il Manifesto difende un approccio multidisciplinare alla sofferenza mentale, senza contrapposizioni ideologiche o pretese egemoniche di corporazioni o discipline, costruite su rapporti di potere o – peggio – sulla ricerca degli stessi. La multidisciplinarietà va di pari passo con il pluralismo della ricerca e con la verifica scientifica dell’efficacia dei diversi metodi di cura. La verifica deve essere basata su dati rigorosi che stabiliscono se vi è corrispondenza tra i parametri che chiaramente definiscono l’obiettivo della cura i risultati effettivamente raggiunti. La corrispondenza deve essere leggibile e verificabile da una prospettiva indipendente rispetto all’approccio di cura studiato, ma è ragionevole che un approccio centrato prevalentemente sulla qualità della vita usa parametri diversi da uno centrato prevalentemente sul piano quantitativo di contenimento dell’angoscia.
L’essere “medici” o “psicologi”, la formazione di base degli operatori nei servizi della Salute di base, non definisce l’impegno professionale nella salute mentale che richiede, invece, un qualificato, rigoroso percorso di specializzazione in psichiatria (nei suoi vari indirizzi: farmacologico, sociale, epidemiologico) e psicoterapia (psicoanalitica, relazionale, fenomenologica, cognitivista, di bambini e adolescenti, di gruppo, di famiglia, di coppia ecc.). La distinzione sulla base della laurea in medicina o psicologia non legittima in alcun modo la discriminazione sul piano della carriera e della responsabilità nella gestione della cura che di fatto una parte degli psichiatri promuove, imponendo il modello biomedico come regime monocratico di cura nella salute mentale.
Sarantis Thanopulos
Qui il testo del Manifesto per la salute mentale:
https://www.spiweb.it/wp-content/uploads/2021/11/testomanifestoconnotaintroduttiva.pdf