Si è aperto l’11 ottobre 2021, a Ouagadougou, il processo per l’assassinio di Thomas Sankara e altri 12 suoi collaboratori. Ucciso il 15 ottobre del 1987 dopo un colpo di stato ad opera di Blaise Compaoré, “alleato e amico fraterno”.
Sono 14 gli imputati, molti sono morti nel frattempo, Blaise Campaorè è in esilio in Costa d’Avorio e nega di essere il mandante dell’omicidio.
Dopo una breve carriera militare e politica Thomas Sankara, all’età di 34 anni diventa presidente dell’Alto Volta nel 1983.
Le prime scelte furono all’insegna della decolonizzazione: cambiò il nome dell’Alto Volta in Burkina Faso (nella lingua Djoula “terra degli onesti”); mise in moto grandi riforme sociali con l’obbiettivo di eliminare la fame e la povertà nel suo paese; la costruzione di scuole e ospedali; avviò un progetto contro la desertificazione del Sahel promuovendo la piantumazione (che ancora oggi prosegue) di 5000 km di Africa per “fermare” la desertificazione; assunse un ruolo internazionale in Africa e presso l’ONU per rafforzare l’autonomia delle società africane, l’autodeterminazione e la difesa dei diritti dei popoli.
Divenne un simbolo delle nuove democrazie e della decolonizzazione africane.
Un colpo di stato appoggiato da Francia e Usa mise fine la sua breve presidenza. Solo ora, dopo la fine del regime di Blaise Compaoré il processo è possibile e viene salutato in Burkina Faso come un successo dello stato di diritto e della democrazia.
Staremo a vedere…