Ricorso al TAR per gli espropri dei terreni di Chiomonte
Eccovi un aggiornamento sugli esiti del nostro ricorso al TAR.
Il ricorso era stato presentato il 7 aprile 2021 e chiedeva, in relazione alle procedure di esproprio e sulla base di una serie di motivazioni, di “dichiarare illegittimi e quindi annullare, previa concessione di idonea misura cautelare, gli atti tutti impugnati“. Tradotto dall’avvocatese le richieste erano due:
- sospendere immediatamente l’efficacia degli espropri
- dichiararne poi l’annullamento.
La prima richiesta prevedeva un pronunciamento del TAR in tempi brevissimi previa una valutazione sommaria del ricorso: il 29 aprile il TAR del Piemonte ha dato una prima risposta e alla prima delle due richieste ha risposto picche. C’era da aspettarselo e non ci siamo stupiti più di tanto.
Nel frattempo però TELT è stata costretta a convocare almeno una trentina di proprietari NoTav di cui si era… dimenticata: ci avevamo pensato noi a ricordarglielo, e la cosa le ha provocato qualche dispiacere per nuovi ritardi.
Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi alcune segnalazioni di convocazioni per il 22 giugno: chi ricevesse la notifica e intendesse presentarsi alla convocazione ce lo segnali, cercheremo anche questa volta di essere presenti a Chiomonte.
Tornando al nostro ricorso al TAR: la cosa non è finita perché il TAR ha comunque fissato una nuova udienza per il prossimo 5 ottobre per valutare più approfonditamente la sostanza del ricorso.
Dire che siamo ottimisti sugli esiti del ricorso sarebbe bluffare ma in ogni caso aspettiamo per vedere come finirà perché le argomentazioni portate dai nostri avvocati sono fondate. Resta il fatto che TELT non è stata con le mani in mano e ha schierato tutta la sua potenza di fuoco per ribattere punto su punto.
Vale però la pena ricordare che fin da quando ci siamo attivati sulla partita degli espropri quello del ricorso era soltanto uno degli obiettivi, e non lo dico per cercare giustificazioni a posteriori: l’altro obiettivo, e per certi versi più importante, era mostrare la vitalità di un movimento che da più parti viene dipinto in coma. Le circa 700 persone che si sono presentare alla convocazione per gli espropri, supportate dai nostri “tecnici” per contestare procedure e fare le pulci su tutto, sono state la migliore risposta: che in quelle 4 settimane tra febbraio e marzo una squallida procedura burocratica si sia trasformata di fatto in una vera mobilitazione è risultato evidente a chiunque.
E l’occasione è servita per rafforzare legami che talvolta il tempo aveva allentato: molti hanno letto l’ampia partecipazione alla manifestazione del 17 aprile a san Didero anche come conseguenza del clima instaurato a Chiomonte poche settimane prima in occasione degli espropri.
E d’altra parte che le nostre barricate di carte siano sempre state strettamente connesse con le iniziative di mobilitazione più forti non è una novità e su questo fronte altre occasioni sono già in preparazione e verranno annunciate nei prossimi giorni.
Nel frattempo i NoTav continuano a essere dipinti come brutti, cattivi e violenti, e i media fanno a gara per essere più convincenti che mai. D’altra parte è risaputo quanto grande sia l’impegno di TELT sul piano della propaganda “disinteressata” e ogni giorno si scoprono nuove chicche: come il fatto che finanziava direttamente almeno una delle sette “madamine si tav” diventate famose a loro insaputa un paio di anni fa, e il fatto che abbia stanziato oltre otto milioni di euro per “Consulenza strategica, progettazione e realizzazione della comunicazione globale di TELT“. Otto milioni-centocinquantamila euro spesi in pubblicità ribattezzata “comunicazione globale”: non sono certo bazzecole, riesci a vendere qualsiasi prodotto scadente se investi in comunicazione di qualità!
Ma il discorso sui soldi spesi “indirettamente” e a carico della collettività ci porterebbe lontano, basti pensare a quanto costa l’imponente militarizzazione che dal 2011 (dieci anni fa!) è una presenza costante a Chiomonte, ora anche a San Didero e domani anche in altre aree della valle.
Noi, costretti a fare continue collette per la cassa di resistenza NoTav, non ci stupiamo più di niente e continuiamo a dire che “sarà dura” per loro.
Ezio