A Biella si sono svolte le elezioni dei Consigli di quartiere: un ordinario fallimento.
Sono andati a votare il 9,72% degli aventi diritto.
I giovani non votano: i sedicenni che sono andati a votare sono stati 42 su 661 aventi diritto.
La natura “tribale” dell’evento si è manifestata nella parcellizzazione delle preferenze: un solo candidato ha superato i 200 voti e solo due i 100 voti.
La lista dei partiti al governo del Comune, “Identità e territorio”, presente in 6 quartieri su 10, ha perso ovunque e in soli due quartieri ha superato il 30%.
Si accampano giustificazioni e fantasiose spiegazioni, ma la responsabile di questo disastro è la crisi della politica, effetto diretto della grave crisi della democrazia.
La democrazia “imposta” dall’alto è solo ricerca del consenso, demagogia e populismo, gli ingredienti delle democrazie autoritarie.
Non ci sono scorciatoie o mediazioni: la crisi della democrazia, evidenziata dalla distanza dei cittadini dalla politica e la tendenza ad assumere forme autoritarie, è irreversibile. Pertanto ci si deve incamminare alla ricerca di nuove forme di democrazia a partire dal conflitto, l’unico strumento che possa garantire il passaggio ad una democrazia dal basso, partecipata e diretta.
Forse l’epoca della rappresentanza si è conclusa, ma non si è aperta ancora quella della partecipazione diretta. Ci stiamo lavorando…

