Biella, 6-9 novembre :: Qui resteremo. Mostra fotografica su Gaza

ǪUI RESTEREMO

La mostra raccoglie una sequenza di immagini scattate dal novembre 2023 ad oggi da fotografi palestinesi che, in un paesaggio sfigurato dai bombardamenti israeliani, hanno continuato a lavorare nonostante le poche attrezzature disponibili e l’intermittente blocco delle comunicazioni oltre frontiera.

In questi tragici mesi, i loro occhi ostinati e ribelli hanno guardato anche per noi, superando censure mediatiche e complicità politico-militari. Per noi, e per il loro futuro incerto, hanno consegnato a distanza un riassunto quotidiano della distruzione di città e villaggi palestinesi, della morte venuta dall’alto ad opera di ordigni sofisticati o proibiti, comprese armi rimaste in disuso negli arsenali statunitensi o europei e man mano smaltite dal cielo di Gaza per far posto alle nuove. Per noi, per una giustizia uguale per tutti, hanno resistito all’assedio, alla perdita dei familiari e dei propri beni, alla volontà di espellerli per sempre dalla terra di origine, guardando dall’obiettivo di macchine fotografiche o cellulari cosa accadesse intorno a loro. Nel farlo molti sono stati cercati e uccisi in virtù di quello sguardo inatteso e costante, della semplice verità che ogni inquadratura rivelava sull’operazione «Spada di ferro» e il suo «intento genocidiario», come giudicato dalla Corte penale internazionale dell’Aja.

Nel mirino dell’esercito di Tel Aviv e dei suoi cecchini, i reporter e i fotografi sono stati, e sono ancora, un bersaglio prioritario: disturbano il racconto unidirezionale dei media, sfuggono al controllo ossessivo dei linguaggi coloniali, praticano una battaglia visiva sconosciuta alle redazionimainstream. Ad oggi oltre duecentotrenta sono gli uccisi (diciannove nei trent’anni precedenti),
mentre altri cento e più sono imprigionati, talvolta in luoghi sconosciuti, per «violazione della libertà di parola e incitamento al terrorismo», queste le surreali accuse ai sopravvissuti. Come altri prigionieri, privati di ogni diritto, hanno subito gravi privazioni, trattamenti disumani e torture denunciate da organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch. A inizio marzo erano sessantadue i prigionieri palestinesi morti in carcere dall’ottobre 2023.

In mostra, alle fotografie scattate durante le operazioni militari dell’Idf, costate più di sessantamila morti, oltre diecimila dispersi, decine di migliaia di feriti e la polverizzazione delle strutture sanitarie, scolastiche e assistenziali, dei servizi idrici ed elettrici, si sono aggiunte le fotografie del contro esodo iniziato il 19 gennaio. Ǫuelle del ritorno dei sopravvissuti alle macerie abbandonate, della speranza di ritrovare familiari e memorie personali, del trovar pace, del rendere onore ai corpi insepolti. Realizzate da altri fotografi, alcuni giovanissimi, nel corso di una breve tregua infranta da nuovi bombardamenti, aggiornano la dura realtà sul campo,

Nel loro insieme, nella qualità compositiva che le contraddistingue da quanto siamo abituati a vedere normalmente, le fotografie di Ǫui resteremo pongono la questione della vicinanza dei luoghi e del dolore comune, dell’intensità di ogni vita recisa e offesa, di una loro potenziale e preziosa esistenza, di una violenza altrimenti invisibile e di cui siamo responsabili se non agiamo, Ci chiedono se vale la pena girarsi dall’altra parte mentre, per conquistare terre, oro e potere, una minuscola parte del mondo pretende sopprimere il resto.

Biella, 6-9 novembre 2025

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