Vince solo chi è più veloce

Siamo un gruppo di genitori che ha deciso di scrivere pubblicamente questa lettera per denunciare la scelta sconsiderata dell’amministrazione regionale piemontese, di utilizzare il CLICK DAY come metodo per l’assegnazione dei bonus di sostegno al reddito per famiglie con figli sotto i 6 anni di età.

Riassumendo per chi non lo conoscesse: 𝗮 𝗺𝗲𝘇𝘇𝗮𝗻𝗼𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝟮𝟬 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗥𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗽𝗿𝗶𝗿𝗮̀ 𝗶𝗹 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗩𝗲𝘀𝘁𝗮. Servirà inserire i propri dati e il proprio Isee, e poi essere i più veloci di tutti a cliccare. 𝗦𝗼𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗶 𝗲̀ 𝗽𝗶𝘂̀ 𝘃𝗲𝗹𝗼𝗰𝗲 𝗵𝗮 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗕𝗼𝗻𝘂𝘀.

Il Bonus Vesta è un meccanismo disgustosamente ingiusto. I contributi per la genitorialità sono già scarsi e complicati da ottenere, e non veramente funzionali per le famiglie che ne hanno davvero bisogno.

Il Vesta è l’emblema di un sistema che NON assegna a chi ha più bisogno, in base alle necessità, ma premia chi ha a disposizione una buona connessione, la giusta tecnologia e una certa dimestichezza nell’usarla oltre che una buona padronanza della lingua, senza tener conto delle enormi differenze di gap digitale e non solo, che interessano il nostro Paese.

Tralasciando la pietosa comunicazione per nulla capillare dalla Regione, in modo che tutte le persone interessate ne siano a conoscenza, ricordiamo che Vesta è la dea del focolare domestico, esattamente l’idea di donna che questo governo ha in mente per noi.

𝗩𝗼𝗴𝗹𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗱𝗶𝘀𝗰𝘂𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗯𝗼𝗻𝘂𝘀 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗹𝗼𝘁𝘁𝗲𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗽𝗼𝘃𝗲𝗿𝗶 (sul filone distopico di Squid Game o Hunger Games) perché sembra proprio che sia un gioco a chi clicca più veloce, salvo poi far ricadere la responsabilità sui cittadini per non essere stati abbastanza veloci a cliccare e non della Regione che i soldi li mette a disposizione. E clicchiamo sempre gli uni contro gli altri, le une contro le altre perché inevitabilmente ci saranno pochi vincitori e vincitrici e molti, troppi, esclusi.

𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗺𝗮 𝗲̀ 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗹𝗼𝗻𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗲𝗾𝘂𝗶𝘁𝗮̀ 𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗮 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗿𝗲.

Chiediamo un sistema di distribuzione dei fondi, che possa essere davvero inclusivo e critichiamo il metodo del BONUS per “sostenere la genitorialità”. In un Paese come il nostro, dove la crescita demografica è in calo da anni, non viene proposto nulla che sia strutturale, lungimirante e sistemico: sostegno al lavoro delle donne, accesso ai nidi (che sono pochissimi e a volte di dubbia qualità formativa) in maniera gratuita o bonus che garantiscano un rimborso davvero rapido, orari di lavoro differenti, prolungamento delle ore scolastiche con progetti, istruzione e sanità sempre gratuite e inclusive, sono solo alcune delle misure che si potrebbero mettere in campo e che permetterebbero a questo Paese un’inversione di rotta. Ricordiamo anche che un buon sistema scolastico è uno strumento fondamentale per la riduzione della povertà culturale nei bambini con conseguente diminuzione della probabilità di violenza economica nelle famiglie del futuro.

𝗖𝗵𝗶𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗲𝗾𝘂𝗶𝘁𝗮̀ 𝗲 𝘃𝗼𝗴𝗹𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗿𝗲𝗱𝗶𝘀𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝘁𝗶𝘃𝗮.

Regione Piemonte

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