“La vita è un profumo”. Le relazioni di Blessing …di Alessandra Pigliaru

La vita è un profumodi Chiara Ingrao con Blessing e Giovanna Calciati (Baldini+Castoldi, pp. 364, euro 20), è un oggetto letterario particolare. Il sottotitolo dice che si tratta di un canto a due voci, eppure sono tre e sono così forti da consegnare l’esatta temperatura di una relazione, materna, tra donne, che prima ancora si fonda su un’alleanza e un riconoscimento tra esseri umani, tanto desiderato quanto di trasformazioni.

Tutto comincia da una storia, quella di Blessing Calciati che arriva da bambina in Italia dalla Nigeria e a Piacenza viene affidata, all’età di 17 anni, a Giovanna Calciati. La famiglia precedente trattava Blessing con ostilità facendola vivere in una condizione di violenza. La prima parte del libro si concentra, con grazia e profondità, su questo rapporto tra una ragazza, adolescente e già molto provata dalla esistenza, e una donna di 47 anni che scopre il significato di essere madre, di scegliere di esserlo nella dedizione e nella cura.

Per comprendere fino in fondo il dolore, ma anche l’amore inaggirabile tra le due, si aggiunga che dal 2013 al 2022 Blessing scrive un migliaio di poesie, la cui selezione si trova nella seconda parte di La vita è un profumo. Un grido e un rifugio, scrivere poesie è stato per lunghi anni l’esercizio di traduzione di un mondo intrusivo. «Non è stata una favola, né un progetto, né un’adozione. È stata una scelta d’amore, fatta mille volte, in ogni giorno condiviso». La narrazione è affidata a Giovanna, ma Chiara Ingrao – che conosce entrambe nel 2017, diventandone amica e alleata affettiva e letteraria – tiene insieme i frammenti, con empatia, ascolto e responsabilità.

Tra il 24 e il 25 maggio del 2022, Blessing decide di togliersi la vita e questo libro diventa dunque un atto di memoria, in forma di dono a chi resta: «Scrivere questa storia è come avere ancora il suo respiro addosso. È il modo che ho per non perderla del tutto».
Forza creativa travolgente, Blessing non è unicamente una ragazza ferita e sofferente, dipinge canta e danza, scrive. «Vorrei non aver paura del mondo. Vorrei che il mondo non avesse paura di me». Scrive Blessing, nonostante tutto scrive, con verità e intenzione, di cosa significhi essere una ragazza nera, avere un corpo femminile, ma anche di fede, solitudine, della gioia e di quel bisogno verticale di essere riconosciuta. «Non voglio più sopravvivere. Voglio vivere, e brillare. Anche solo per un istante».

Molti sono gli argomenti che attraversano il libro: dal razzismo quotidiano al paternalismo istituzionale, infine il grande tema della salute mentale e della scarsità dei servizi e dei sostegni. Eppure in questo canto plurale, in cui «La vita è un profumo. A volte aspro. A volte dolcissimo. Ma sempre vero», ci si interroga su cosa implichi toccare le vite degli altri, lasciandosi cambiare. Senza luoghi comuni o stereotipi, è un libro accorato e con la stessa disposizione andrebbe letto e tenuto tra le mani, poi riletto e raccontato, discusso facendo in modo che le voci si allarghino sempre di più.

Alessandra Pigliaru, il manifesto, 16 luglio 2025

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