Lunedì è nato il consorzio industriale pubblico della piana fiorentina. Composto al 70% dalla Regione Toscana, al 10% dalla città metropolitana di Firenze, all’8% da Campi Bisenzio, all’8% da Sesto Fiorentino e al 4% da Calenzano.
Sua prerogativa? Indirizzare la reindustrializzazione dell’area ex Gkn e in generale delle aree a rischio deindustrializzazione
Agirà in tempo? Sarà sufficientemente determinato e radicale nell’azione, visto la forte presa degli appetiti immobiliari sulla zona? Non lo sappiamo ed è difficile dirlo.
Intanto, cosa possiamo fare?
– Continuare ad approfondire il processo di reindustrializzazione dal basso. Presto un nuovo impulso ai preordini di cargobike e agli studi di fattibilità sui pannelli fotovoltaici. Rimane aperta la campagna di azionariato popolare che ancora non è completata. Tutte le info su insorgiamo.org
– Tenere alta l’attenzione e la mobilitazione. Abbiamo dato disponibilità a un nuovo corteo “per questo, per altro, per tutto” in autunno. Intanto, ad agosto non si può rimanere fermi
– Rilanciamo per questo un nuovo Flashmob 11 agosto sera (data dell’insurrezione partigiana di Firenze): a fianco della resistenza di ieri, oggi, domani, nuovo flashmob “Urlo per Gaza” e “Palestina Libera”. Seguiteci sui social e sui canali info gkn per tutte le info in tempo reale!
Ecco un nostro commento e una spiegazione della nascita del consorzio industriale pubblico:
1. Ieri è “semplicemente” nato un nuovo strumento di politica industriale pubblica, il consorzio di sviluppo industriale della Piana. Sembrava impossibile che nascesse. Ora sembra impossibile che agisca in tempo. Noi siamo qua per rendere possibile ciò che sembra impossibile.
2. La funzione del consorzio è chiara ormai anche a un bambino. Così come è chiaro a chi dà fastidio questo strumento e perché. In un mondo di fondi finanziari e rendita immobiliare, il consorzio industriale pubblico permette alle istituzioni locali di intervenire sulle aree ex industriali, proteggerle, rilanciarle con una visione di politica industriale pubblica. Non c’è da stupirsi che ci sia chi prova a ridurre un evento potenzialmente storico a un battibecco, magari a fini elettorali. Né che chi si scaglia contro il consorzio taccia, non da oggi, sulla potenziale speculazione immobiliare e sul fatto che questa fabbrica va riaperta.
3. Il consorzio costituito ieri dal notaio nasce da una mobilitazione cittadina e sociale che ha coinvolto migliaia di persone. E la mobilitazione è pronta a ripartire in qualsiasi momento: pronti a un nuovo corteo per questo, per altro, per tutto. Oggi però c’è un atto della Regione, di tre Comuni e della Città metropolitana. A loro è affidata, inevitabilmente, la responsabilità storica di non buttare via questa occasione.
4. Noi abbiamo ‘solo’ messo a disposizione un piano industriale ecologicamente avanzato, il cui stato di avanzamento è verificabile in ogni momento dalle istituzioni stesse. Ma la semplice verità è che questo piano industriale rischia di naufragare se il consorzio non agirà con determinazione e chiarezza. Laddove questo piano naufragasse, chi lo ha attaccato risponderà dei posti di lavoro bruciati. Al di là delle questioni tecniche del funzionamento del consorzio, non sarebbe credibile che una Regione, tre Comuni e una Provincia, consorziate, non riescano a mettere a sedere a un tavolo due S.r.l. a vocazione immobiliare appena formate, con dietro una Fiduciaria, e un’altra S.r.l. nata nel 2019. Se così fosse, semplicemente, la politica non avrebbe più alcun senso. La fabbrica socialmente integrata ha attirato le attenzioni di tutta Europa. Quaggiù provano ad affogarla nel battibecco, basato spesso su cifre e ricostruzioni fintamente tecniche ma in verità assai fantasiose. Sarà forse il più grande esperimento sociale che qua non è mai avvenuto.
5. Nessuna resa all’economia di rapina, Campi, Sesto, Calenzano, Firenze: in piedi, proviamo ad andare avanti!
L’assemblea di supporto del Collettivo di Fabbrica, riunita ieri sera, lancia un appello per una mobilitazione l’11 agosto sera. A fianco della Resistenza di ieri, oggi, domani: al genocidio, al riarmo, al logoramento, all’assenza di stipendio e lavoro.
Perchè? Per fare fronte ad agosto.
Perchè repressione e genocidio non vanno in ferie.
#insorgiamo