Il potere rognoso colpisce il dissenso …di Ascanio Celestini

Il decreto sicurezza o “decreto paura” è legge. Quattordici nuovi reati e terrificanti aumenti di pena. Colpisce il dissenso con l’aggravante per chi contesta le cosiddette grandi opere come il ponte sullo stretto o il TAV.

Un governo può dunque permettersi di stuprare una valle e cacciare gli abitanti, ma gli abitanti di quella valle non possono permettersi di sedersi pacificamente davanti ai cancelli del cantiere per fermare lo stupro. Un ministro e il suo partito con la complicità del resto del governo – che nel frattempo pensa a altro: separazione delle carriere, premierato, campi di concentramento in Albania… – costruisce la propria sopravvivenza politica con un cantiere faraonico sullo stretto di Messina, ma i contribuenti che non vogliono pagare per quell’imbecillata non possono aspettarlo seduti sui binari dei treni, sennò rischiano sei anni di galera.

Poi ci sono le occupazioni delle case. Le reti televisive che sono di proprietà della destra dai tempi del primo Berlusconi (Rete 4 su tutte) porta avanti da anni una campagna martellante e altrettanto ignorante inventando anche una definizione che farebbe ridere se non fosse vera: i ladri di case. Non una parola sulle occupazioni che storicamente sono servite per trasformare il bisogno in dissenso e incanalarlo in un percorso di lotta politica che ha dato la casa a migliaia di persone. A Metropolis ho fatto l’esempio di Gianni che ha occupato una cantina dopo anni che non riusciva a ottenere la casa popolare che gli avevano assegnato: oggi rischierebbe fino a sette anni di galera.

Questa macabra invenzione del governo Meloni colpisce chi prende la parola contro il potere rognoso della politica antidemocratica e contro chi cerca di sopravvivere in condizioni difficili. Chi ha una casa e uno stipendio e soprattutto si accontenta di come va il mondo: non corre alcun pericolo. Poi se è addirittura benestante nemmeno se ne accorge che il governo ha partorito questo mostro.

Nel frattempo i nostri potenti vanno a “baciare il culo” (parole di Trump) a chi è più potente di loro. Perché le relazioni di potere sono sempre le stesse. Forti coi deboli, deboli coi forti.

Ascanio Celestini, Comune, 6 giugno 2025

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