Il Rapporto sul lavoro in Italia a 10 anni dal Jobs act, predisposto dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio offre una documentazione utile per approfondire i temi dei quesiti al centro dei referendum: la richiesta di abrogare le norme che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine, che impediscono il reintegro in caso di licenziamenti senza giusta causa, che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese e che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.
In esso viene fornita un’analisi sistematica delle principali caratteristiche del mercato del lavoro italiano, utilizzando una pluralità di fonti statistiche e amministrative. Vengono esaminate la dinamica dell’occupazione e delle ore lavorate, le tipologie di contratti, la composizione per area geografica, genere, età e titolo di studio, l’evoluzione dei profili professionali e della composizione settoriale, la dinamica di salari e produttività. Le conclusioni sottolineano l’importanza di un cambiamento delle politiche del lavoro per la tutela dei redditi e la sicurezza sociale.
[…] un messaggio importante di quest’analisi è che le politiche “giuste” possono avere effetti rilevanti e un’inversione di rotta è ancora possibile. Per quanto riguarda il tipo di contratti, sia le norme transitorie che offrivano incentivi ai contratti a tempo indeterminato nel 2014, sia il decreto dignità del 2019 hanno avuto effetti immediati – purtroppo limitati e temporanei – sull’aumento del lavoro stabile. Andando oltre gli interventi episodici, una politica che limiti la varietà di contratti non-standard e offra incentivi al tempo indeterminato potrebbe ridurre efficacemente la precarietà del lavoro. Un altro intervento rilevante è stata l’introduzione del reddito di cittadinanza (legge 26/2020) nel 2020, che ha consentito di attenuare le condizioni di povertà per le persone con le maggiori difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro. Entrambe queste misure sono state eliminate con l’arrivo nel 2022 del Governo di Giorgia Meloni che, con il decreto “Primo maggio” del 2023, ha altresì facilitato l’estensione dei contratti a termine, riportando nel mercato del lavoro regole che favoriscono la precarietà.
Volere la luna, 12 maggio 2025
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