Che orrore l’Inno Alpino “Di qui non si passa“ !
Retorico patriottismo da Prima guerra mondiale. Linguaggio ottocentesco, che imita la brutta forma dell’inno di Mameli.
Difesa di confini che non sono minacciati da nulla e da nessuno, se non dalla stupidità della politica che sceglie di armare gli Stati nazionali europei, perché questi non sono capaci di svolgere il ruolo della mediazione politica e della pacificazione.
Esaltazione delle politiche coloniali in Libia e dell’aggressione alla Unione Sovietica, infiocchettata dal sacrificio in nome della “giustizia”!
Opportunistici aggiornamenti di genere che confermano la logica patriarcale.
Uno straordinario esercizio di ignoranza o l’adesione alla vocazione nazionalista del governo post-fascista? Probabilmente tutte e due, perché sono complementari e si muovono insieme, e muovono centinaia di migliaia di persone che, più o meno consapevolmente, sfileranno in nome di un pezzo di esercito, gli Alpini, cioè di una forza armata, che assume l’aria pacifica dei benefattori solidali, ma contraddetti dalla storia e persino da questo aggressivo “inno alpino”.
Ci auguriamo che durante l’adunata le vere o posticce penne nere non si trasformino, come auspica la Preghiera dell’alpino, in costruttori di muri o barriere di filo spinato in difesa della “nostra millenaria civiltà cristiana”, in perfetto stile neocoloniale .
marzo 2025
Coordinamento Antifascista Biellese
