Un libro :: La famiglia naturale non esiste

Chiara Saraceno, «La famiglia naturale non esiste». Libro-intervista di Maria Novella De Luca, per Laterza. Un percorso di ricerca e di partecipazione narrato nel suo intrecciarsi con la biografia della studiosa

Chiara Saraceno ha compiuto nel campo degli studi sulla famiglia un rovesciamento di prospettiva […] per la sociologa, professoressa emerita dell’Università di Torino, lo studio della famiglia non si può fondare su una astrazione analitica, è cioè la famiglia nucleare parsonsiana composta da madre, padre e figli, ma deve tener conto della molteplicità di modi di «fare famiglia», di costruzione e mantenimento di legami tra persone che vivono o meno sotto lo stesso tetto (pensiamo ad esempio alle sempre più numerose famiglie transnazionali).

Come chiarisce sin dalle prime battute del libro-intervista curato da Maria Novella De Luca, inviata di Repubblica: «La famiglia naturale non esiste, è un’invenzione culturale. La famiglia, sia nella sua forma normativa, istituzionale, sia nel modo in cui viene praticata, è una costruzione storico-sociale, le cui forme e contenuti differiscono nello spazio e nel tempo». Tali variazioni non sono marginali o frutto di arretratezza ma «espressioni della capacità umana di inventare istituzioni che corrispondono ai propri bisogni in contesti ambientali, economici, di rapporti di potere, determinati, così come di adattarli e cambiarli quando cambiano le circostante e i rapporti di potere».

Questo è il tema centrale del libro, annunciato anche dal titolo La famiglia naturale non esiste ( Laterza, pp. 192, euro 15). Ma forse andrebbe detto il tema di partenza perché da esso si dipanano numerosi filoni di conversazione che costituiscono quasi una introduzione agli studi di Chiara Saraceno (temi che non si possono qui richiamare tutti) e più in generale alla sociologia. Essi si intrecciano con aspetti autobiografici a mio parere particolarmente interessanti, quasi un sottotesto che illumina il percorso di studi e di ricerche: la difficoltà di rappresentare un modello di ruolo incoraggiante per le studentesse timorose di non poter conciliare maternità e carriera (in realtà, dice Chiara Saraceno, «è stato durissimo»), l’esperienza di Trento nella fase nascente della Facoltà di Sociologia, il rapporto complicato con il movimento femminista e le esperienze di condivisione intellettuale e di amicizia con le studiose del Grif (Gruppo di ricerca sulla famiglia e la condizione femminile) e con le colleghe conosciute durante i visiting e la partecipazione a progetti di ricerca internazionali.

Ne viene fuori il ritratto di una personalità libera da condizionamenti nella scelta delle tematiche e nella postura accademica, frutto anche di un sentirsi sempre «un po’ dentro e un po’ fuori», come di chi sta sulla porta e non appartiene davvero a nessun ambiente. «Chi tocca la famiglia muore mi è capitato di dover dire e non soltanto negli anni Settanta, quando ancora tutto doveva cambiare, a cominciare dal diritto di famiglia – sottolinea Saraceno – Ho sempre pagato un prezzo, lo dico senza amarezza. Perché non mi sono limitata a studiare la storia, ho cercato di interpretare l’oggi, difendendo il cambiamento. Di fatto schierandomi per i diritti civili. Quindi entrando in un conflitto politico dentro e fuori l’accademia».

[…]si spera che il libro venga letto non solo dai sociologi che seguono da anni il lavoro di Saraceno, da chi ne commenta gli articoli sui giornali o gli interventi nei talk show, ma anche dai sociologi e sociologhe oggi alle prese con il precariato e gli imperativi del publish or perish e dagli studenti e studentesse che devono decidere quale percorso di studi accademici intraprendere. Questi ultimi apprenderanno che non è mai facile promuovere il cambiamento culturale e della società. È un percorso che richiede fatica, disponibilità ad accettare le sconfitte, capacità di percorrere sentieri meno battuti e dallo sbocco incerto, desiderio di assumersi responsabilità durature verso le persone più fragili. Ma è l’unico che ti fa fare gli incontri importanti della tua vita. E per molte persone della mia generazione uno di questi incontri è stato proprio quello con Chiara Saraceno.

Enrica Morlicchio, il manifesto, 4 marzo 2025

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