Le spese segrete della Difesa …di Sabato Angieri

La guerra in Ucraina per il governo italiano ha dei costi altissimi, che non si misurano solo sulle forniture di armi. Ma il governo non fa chiarezza e per avere un quadro di massima di quanto abbiamo investito durante questi tre anni di conflitto ci si può affidare solo a stime ufficiose. Secondo il recente resoconto pubblicato dall’Osservatorio sulle spese militari italiane, le spese dirette per la guerra supererebbero i 4,4 miliardi di euro, senza contare i costi per rifornire gli arsenali svuotati.

Della cifra complessiva, circa tre miliardi di euro sarebbero le armi effettivamente inviate a Kiev e la quota restante il contributo italiano al fondo dell’Ue European Peace Facility. Il problema è che più gli arsenali si svuotano di armi vecchie più vanno riempiti di nuove forniture, così come vuole la Nato da almeno due anni a questa parte e così come impone la logica di guerra. L’articolo dell’Osmi, pubblicato su www.milex.org, evidenzia come tra gli acquisti già commissionati dal ministero della Difesa e dal governo per riempire i magazzini in occasione dell’approvazione dei vari pacchetti di forniture a Kiev, molti avvengano in palese differita con gli invii a Kiev, altri vengono inseriti nelle «pieghe» di decreti differenti, senza contare quelli che improvvisamente aumentano di valore e di numero.

Tra le spese più significative ci sono «il nuovo programma da 1,8 miliardi per l’acquisto dei nuovi obici semoventi ruotati Rch155 della tedesca Knds» e l’acquisizione delle rinomate batterie Samp-T. Se ne è parlato molto in questi anni perché Kiev le ha richieste più volte a gran voce come sistemi di difesa aerea. Dopo averne fornite due delle cinque vecchie batterie all’Ucraina, il governo ha approvato l’acquisto di cinque nuove batterie, per un costo di 500 milioni di euro, e dei loro missili Aster 30 (che costano ben due milioni l’uno).

Lo scorso settembre, inoltre il ministro Crosetto ha annunciato il raddoppio della commessa fino a 10 batterie. Particolarmente significativo il dato che nel Documento Programmatico Pluriennale (Dpp) della Difesa del 2021 sul programma di «rinnovamento e potenziamento della capacità nazionale di difesa aerea e missilistica» prevedeva un costo complessivo di tre miliardi. Nel Dpp del 2023, tenendo conto degli stanziamenti già allocati nelle annualità precedenti, l’onere complessivo sale a quattro miliardi, per arrivare a 4,29 miliardi nel Dpp 2024. Un incremento del 43% in tre anni.

Sabato Angieri, il manifesto, 30 gennaio 2025

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