Una Nazione che per esistere deve usare la forza e le armi è una Nazione malata.
Ancor più se per garantire la propria esistenza deve innalzare muri, fabbricare e vendere sistemi di difesa e armamenti e farne uso in modo permanente. .
Ma più drammatico è giustificare la propria esistenza ricorrendo alla memoria delle discriminazioni e dell’Olocausto perpetrato dall’Occidente colonialista e razzista nei confronti di un “popolo” diffuso in tutto il mondo, che quella Nazione vuole, sente, crede di rappresentare.
Questa non può che diventare una Nazione dominata dalla paura, dall’urgenza della vendetta, dalla frustrazione, che si trasformano, in breve, in arroganza e aggressività che si concretizzano, oggi, nelle stragi in corso a Gaza, nelle aggressioni in Cisgiordania, nell’apartheid della società israeliana, nella pulizia etnica.
E’ così che un popolo vittima di un genocidio può diventare il carnefice di un altro popolo?