Dossier immigrazione 2024

L’incidenza dei migranti internazionali si attesta intorno al 3% della popolazione mondiale almeno dal 1990. Nel 2023 circa 300 milioni di persone risiedono in un Paese diverso da quello di nascita (3,6% della popolazione planetaria), mentre 183 milioni possiedono effettivamente una cittadinanza straniera (2,3%). Nello stesso anno il saldo dei flussi migratori globali è stato positivo per i Paesi del Nord del mondo (+2 milioni di persone).
Entro il 2050 la popolazione mondiale passerà da 8,1 a 9,7 miliardi, con un incremento di circa 859 milioni di persone in età lavorativa. Ma questa crescita sarà distribuita in modo disomogeneo, con un calo di forza lavoro nei Paesi sviluppati e un innalzamento nei Paesi in via di sviluppo.

Senza migrazioni, mantenere l’equilibrio occupazionale richiederebbe di eliminare posti di lavoro nei Paesi ricchi e crearne molti di più nei Paesi poveri. Nel frattempo, il numero di migranti forzati è aumentato notevolmente, passando da 20 milioni del 2000 a 117,3 milioni di fine 2023, di cui 68,3 milioni sono sfollati interni, 38,5 milioni sono richiedenti asilo e titolari di protezione, 6 milioni sono rifugiati palestinesi del 1948 e loro discendenti sotto mandato di Unrwa (di cui 1,2 milioni sono abitanti di Gaza, che le fonti conteggiano anche come sfollati interni) e 5,8 milioni sono venezuelani sfollati all’estero senza possibilità di richiedere asilo per l’entità massiva del flusso. Inoltre, a fine anno erano 7,7 milioni gli sfollati interni per disastri ambientali, non ricompresi tra i migranti forzati.
Di questi ultimi la Siria è il principale Paese di origine, con 13,8 milioni tra sfollati interni e all’estero, seguita da Afghanistan (10,9 milioni) e Sudan (10,8 milioni). Quarta è l’Ucraina, che a fine 2023 conta 9,7 milioni di profughi, di cui quasi 4,3 milioni ha ottenuto protezione temporanea nell’Ue. Nel 2023 nel mondo sono state accolte oltre 2,8 milioni di richieste di asilo, di cui 1,7 milioni con riconoscimento dello status di rifugiato, e i tempi di attesa hanno superato in media i 400 giorni. Oltre il 70% dei migranti forzati proviene da Paesi in crisi alimentare, fattore scatenante o concausa di conflitti sanguinosi. Nel 2023 la Fao stima 733 milioni di persone che nel mondo soffrono la fame, numero che sale a 2,3 miliardi includendo chi ha una sicurezza alimentare incerta.
La diseguale distribuzione delle risorse continua a essere tra le principali cause delle migrazioni: il Nord del mondo, con solo 1,4 miliardi di abitanti (un sesto della popolazione globale), detiene quasi la metà del Pil mondiale, mentre al Sud, con 6,7 miliardi di abitanti, spetta il restante 53,4% e un Pil pro capite 4 volte inferiore rispetto al Nord (14.700 vs 59.800 dollari Usa).

Questi e molti altri dati, in particolare sulla situazione italiana, si trovano nella 34ª edizione del Dossier Statistico Immigrazione, realizzata dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con il Centro Studi Confronti e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.

Testo integrale del dossier: Dossier Statistico Immigrazione

Centro studi e ricerche IDOS, 20/12/2024

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *