Il 58° rapporto Censis sulla situazione sociale. Una analisi di A.Scassellati

Quasi sette italiani su dieci (il 66%) ritengono che i conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente siano colpa dell’Occidente, il 71,4% che l’Unione Europea è destinata a disgregarsi senza riforme radicali e il 68,5% che le democrazie liberali non funzionino più. Sono per molti versi sorprendenti alcuni dei dati che emergono dal 58° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, realizzato come ogni anno dal Censis e presentato il 6 dicembre nella sede del Cnel. Un rapporto che fotografa un Paese provato culturalmente, economicamente e socialmente, ancora incapace di volare un po’ più in alto della quotidianità e sempre meno disposto a credere agli ideali di un tempo, quello europeista in primo luogo. «Gli italiani galleggiano, nonostante tutto e come sempre». Sbarcano il lunario, «ma è alto il rischio che, dopo la vigorosa ripresa post-pandemia, le prospettive di crescita si vadano rapidamente annuvolando», mentre «resta l’antico vizio di una scarsità di direzione, di un’assenza di traguardi e di coraggio per affermarli». Insomma, una narrazione, supportata da dati e analisi sulla fragilità socieconomica del paese, che contraddice quella ottimistica promossa dal governo Meloni e che certifica il fallimento di tutta la classe dirigente che si è avvicendata al governo negli ultimi 30 anni. Una analisi di Alessandro Scassellati da Transform!italia

Un paese che continua a galleggiare

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