Uffici dei parlamentari. La deputata della Knesset Aida Touma-Sliman è palestinese di Nazareth, del Partito comunista. «Lo dico da tempo: chi pensa che Netanyahu continui la guerra solo per restare al lo sottostima. Sta davvero pianificando un nuovo Medio Oriente. Per averlo detto nel novembre dello scorso anno, sono stata deferita al comitato etico della Knesset». Intervista di Chiara Cruciati, apparsa su il manifesto.
Ci spiega meglio?
Netanyahu è mosso da un’ideologia di ultradestra. Crede davvero di essere chiamato a cambiare il Medio Oriente e creare una realtà in cui non solo la terra della cosiddetta Grande Israele sia sotto il suo controllo ma che sia anche accettata da tutti. Netanyahu vuole restare al governo perché ha capito che ha un’opportunità storica, un intero governo con una forte ideologia di destra, l’ideologia della terra della Grande Israele. Vuole essere ricordato nei libri di storia come il politico che ha posto fine alla questione palestinese.
È in tale contesto che va letta l’operazione in corso in Siria?
Sono felice per il popolo siriano, per la fine di una dittatura che ha reso la loro vita un inferno. Ma non è avvenuto per la volontà libera del popolo e ora vediamo Israele occupare un altro pezzo di Siria.
Quale sarebbe l’obiettivo?
Lo hanno detto chiaramente, vogliono un pezzo di Siria, una zona di sicurezza più ampia di quella attuale. Temo ci sia un accordo dietro le quinte con la Turchia per cui alla fine non ci sarà più una sola Siria, ma tre.
Con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca cosa cambierà?
Ci sarà un accordo con l’Arabia saudita e si imporrà una finta soluzione ai palestinesi, perché sono debolissimi. Non hanno alcun potere mentre intorno il mondo arabo va in pezzi. E con un nuovo regime in Siria probabilmente anche Damasco normalizzerà i rapporti, lo stesso potrebbe fare il Libano. Dopotutto il cessate il fuoco libanese era solo il primo passo verso la Siria. Temo che nel prossimo periodo noi palestinesi vedremo i nostri peggiori incubi diventare realtà.
Peggiori di oggi?
Ci sarà un cessate il fuoco ma le condizioni le detterà Israele. Non solo: l’ultradestra usa la paura e la voglia di vendetta per approvare leggi contro ogni voce critica. Non è che lo spazio democratico si sta restringendo, è che non ne esiste nessuno. Io sono stata sospesa dalla Knesset per aver criticato la guerra contro Gaza, il mio collega Ofer Cassif per sei mesi. Il parlamento ha approvato in prima lettura una legge per impedirci di ripresentarci al voto, come individui e come partito. Non è una novità: quello che cambierà è che a decidere non sarà la Corte suprema ma la commissione parlamentare per le elezioni di cui fanno parte in numero proporzionale i partiti eletti. Saranno i nostri avversari a squalificarci.
E il clima fuori, tra la gente?
La maggioranza degli israeliani sostiene la guerra, anche chi non si definisce di destra. Non parlano dei crimini commessi, dell’occupazione. La maggior parte di coloro che chiedono il cessate il fuoco vogliono riavere indietro gli ostaggi, poi il governo può fare quel che vuole. Se parli di genocidio, sei un traditore.