20/11 :: Albania, i nuovi emendamenti sono un modo per sovvertire i principi democratici?

Mercoledì 20 novembre 2024 alle ore 18.00. In diretta su Instagram e YouTube

In soli due anni, il governo è intervenuto 17 volte sulla normativa dell’immigrazione, un record senza precedenti nella storia repubblicana. Il 25 novembre potrebbe segnare un nuovo capitolo di questa frenetica produzione normativa, con l’approvazione di emendamenti al d.l. 145/2024 che arrivano, non casualmente, all’indomani del clamoroso fallimento del progetto Albania: sette richiedenti asilo, trattenuti per 9 giorni tra una nave militare e centri di detenzione albanesi, sono dovuti rientrare in Italia, evidenziando tutte le criticità del sistema di esternalizzazione delle frontiere.

L’ATTACCO ALLE ORDINARIE REGOLE DEL SISTEMA GIUSTIZIA
I tribunali civili di primo grado di molte città italiane, attraverso le sezioni specializzate, hanno individuato una serie di illegittimità nelle procedure di frontiera riservate ai richiedenti asilo e quindi anche in quella applicata in Albania. Il Governo di conseguenza decide di trasferire la competenza alle Corti di Appello: una scelta del tutto inusuale e che contraddice la coerenza del sistema giudiziario. Il tribunale civile rimane competente per tutta la materia del diritto di asilo, ma non per un piccolo e fondamentale tassello che viene attribuito alla Corte di appello:  la decisione sulla convalida della detenzione amministrativa dei cittadini stranieri in procedura di frontiera, ossia il punto su cui molti tribunali civili di primo grado avevano evidenziato le maggiori criticità.

Si tratta di uno stravolgimento senza precedenti del sistema di garanzie anche perchè:

  • Le sezioni specializzate erano state create proprio per garantire una competenza specifica in materia di immigrazione e protezione internazionale
  • Le Corti d’Appello, già sovraccariche, si troverebbero a gestire procedimenti urgenti senza avere la necessaria specializzazione
  • 26 Presidenti di Corte d’Appello hanno già lanciato l’allarme sull’impatto devastante che questa riforma avrebbe sull’intero sistema giudiziario

PERCHÉ QUESTO CAMBIAMENTO È PERICOLOSO?
Questa modifica non è un semplice tecnicismo giuridico, ma rischia di minare alla base le garanzie di tutela dei diritti fondamentali

  • Sposta competenze da giudici specializzati a corti generaliste
  • Rischia di rallentare ulteriormente un sistema già in affanno
  • Sembra rispondere più a logiche di controllo che a reali esigenze di efficienza giudiziaria
  • Appare come un tentativo di aggirare le garanzie giurisdizionali dopo il fallimento del “modello Albania”

Ne parliamo mercoledì 20 novembre con Alberto Pasquero, Loredana Leo e Giulia Vicini in una diretta su Instagram e YouTube

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