Quanto sta accadendo svela l’essenza di ciò che è lo Stato nella società capitalista, anche se cerca di convincerci che è qualcosa di neutrale. Lo Stato non solo divide i cittadini dagli stranieri ma, sia lo Stato autoritario che quello democratico, esclude chi vuole cambiare l’ordine delle cose: lo fa con le elezioni (“Vi abbiamo ascoltato, ora andate a casa e ci vediamo tra qualche anno”) e sempre più spesso con la repressione. Per questo dobbiamo proteggere i tentativi che prendono forma ovunque di far nascere una cultura politica che, fuori dallo Stato, si riappropria di quello che lo Stato esclude. Scrive John Holloway: “Il capitale attraversa un processo ripetuto di crisi e lo Stato si concentra sempre più sul sostegno al capitale che si trova sul suo territorio, in modo che sopravviva… Ciò implica un’intensificazione della competizione con altri Stati e anche un’intensificazione della disciplina sociale all’interno del territorio dello Stato. È in questo contesto che bisogna comprendere l’ascesa dell’autoritarismo e del militarismo nel mondo in questo momento e le tendenze all’espansione della guerra”.