Ufficialmente le procedure conclusive dell’esproprio del terreno No Tav di Susa avrebbero dovuto iniziare il 9 ottobre 2024: questo risulta anche nella lettera di convocazione che TELT ha inviato ai proprietari (a proposito: non tutti l’hanno ricevuta) in cui risulta anche che potranno avvenire con l’ausilio della “Forza Pubblica”.
In realtà sono iniziate con due giorni di anticipo e la “Forza Pubblica” non si è fatta pregare: alle 2 di notte del 7 ottobre con le ruspe e un fitto lancio di lacrimogeni ha sbattuto fuori casa i militanti No Tav che da tempo presidiavano il luogo semplicemente rimanendo in un prato che, fino a prova contraria, è ancora “proprietà privata” (nostra, non di TELT). La situazione che si venuta a creare in valle ricorda i tempi della prima militarizzazione, quella del 2005: al momento la strada statale 25 è interrotta, bloccata con i soliti sbarramenti di cemento e acciaio presidiati dalla “Forza Pubblica” che intima il dietrofront anche alle aumbulanze; poi c’è uno svincolo autostradale chiuso, il collegamento ferroviario per Susa sospeso… Manca qualcosa? Ah, sì: il nostro terreno (ancora da espropriare) è off limits, vietato anche avvicinarsi.
TELT, occupando “preventivamente” il terreno No Tav di Susa, cerca di mettersi avanti con il lavoro infischiandosene delle leggi, ancora una volta con l’ausilio della “Forza Pubblica” che queste leggi dovrebbero far rispettare. Che la legge del far west regni sovrana da quasi venti anni in Val di Susa (ma sempre più spesso anche al di fuori della valle) non è certo una novità: forse lo sgombero e l’occupazione abusiva di una proprietà privata prelude a un nuovo Ddl sicurezza ritenendo che quello appena approvato dalla Camera e in discussione in questi giorni in commissione al Senato sia insufficiente a reprimere il dissenso?