L’attacco a Mediterranea

Il 17 settembre la nostra Mare Jonio è stata oggetto di quattro lunghissime ispezioni delle Autorità marittime, tre delle quali programmate e previste, la quarta qualificata come “occasionale”, cioè straordinaria, non dovuta né giustificata, che è stata effettuata dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto su ordine del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che fa capo al ministro Matteo Salvini. 

Nelle ispezioni non è stato trovato nulla che giustificasse il blocco della nave ma, nonostante questo, dopo 10 ore e mezza di ispezione, ci è stato intimato “lo sbarco immediato di tutti gli equipaggiamenti correlati all’attività di salvataggio rizzati in coperta, pena la decadenza del Certificato d’Idoneità”, ci ordinano cioè di sbarcare gommoni rescue, infermeria, container, bagni chimici e docce destinati all’assistenza alle persone soccorse in mare. Intanto la nave non è autorizzata a salpare e, se non provvederemo allo sbarco dell’equipaggiamento di soccorso, ci sarà definitivamente ritirato il certificato d’Idoneità necessario a navigare.

Si tratta dell’ennesimo tentativo di fermare la nostra attività di ricerca, soccorso e testimonianza di cosa succede nel Mar Mediterraneo, dove si continua a morire e a sparire e dove la cosiddetta guardia costiera libica continua a catturare le donne, gli uomini e lǝ bambinǝ per riportarlǝ nei lager libici, come ha ben spiegato anche il ministro degli Interni Piantedosi.

Il governo continua quindi la sua insensata guerra contro chi salva vite umane, nel tentativo di fermare navi e aerei della Flotta civile, come con le norme contenute nel “Decreto Flussi” approvato ieri. Si accaniscono in particolare contro la nostra Mare Jonio che, in quanto unica nave della Civil Fleet a battere bandiera italiana, è sottoposta a controlli e norme che per le altre navi non valgono. È paradossale che un governo cerchi di limitare la possibilità di soccorso e imponga di dismettere i dispositivi che possono servire a salvare vite umane, quando dal primo gennaio di quest’anno si contano già oltre 1.200 tra persone morte e disperse nel solo Mediterraneo centrale.Ma noi non ci fermiamo: nell’ultimo anno la Mare Jonio ha soccorso 526 persone in quattro diverse missioni e intendiamo ripartire al più presto. Anche se questo nuovo attacco governativo ci sta costando ulteriori risorse, oltre a tutte quelle che servono comunque per andare in mare.Per questo, Coordinamento antifascista, abbiamo ADESSO bisogno di te: aiutaci a continuare, non voltarti dall’altra parte, sali a bordo con noi
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Laura Marmorale, Presidente, Mediterranea Saving Humans

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