Chi rappresenta chi? La crisi della democrazia rappresentativa

L’analisi del voto europeo e amministrativo dell’8 e 9 giugno 2024 ci fornisce una serie di spunti per affrontare il tema della rappresentanza politica.
Per i dati ci siamo affidati a quelli contenuti in un utile ed esauriente intervento di Franco Astengo, Elezioni europee e amministrative: i voti reali, apparso nel numero 73 di
alternative per il socialismo.
Le percentuali non sono riferite al totale dei voti validi, ma a quello dell’intero corpo elettorale. In tempi in cui l’astensione supera il 50% questo accorgimento è politicamente necessario per delineare in modo veritiero il peso della rappresentanza delle singole forze politiche ed evitare pericolose “illusioni ottiche”.

Al termine dell’analisi pensiamo che la rappresentanza abbia senso solo se c’è un protagonismo sociale che la giustifichi, le dia una ragione. Senza protagonismo sociale non è possibile alcuna rappresentanza politica, questa parrebbe un’invenzione o una pratica di palazzo, l’azione di un élite autoreferenziale.
Quando queste ragioni saranno coscienza collettiva diffusa forse potremo, tutti e tutte, passare a cose più importanti delle competizioni elettorali: costruire conflitti, aprire vertenze,  dare vita a pratiche antagoniste e costruire comunità politiche capaci di aprire la strada a forme di democrazia diretta e partecipata.


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