Israele :: apartheid, genocidio, crimini di guerra

L’estensione del conflitto a tutto il territorio palestinese conferma l’origine coloniale dello Stato di Israele. Anche le giustificazioni (diritto alla risposta, ritorsione, vendetta) sono in linea con il disegno di supremazia di una cultura su un’altra. Ad essa si aggiunge  l’arroganza con la quale viene ignorato il diritto internazionale quasi come se il diritto per Israele fosse scritto da dio.

Per l’opinione pubblica mondiale Israele corre velocemente verso l’isolamento, la sua credibilità si è consumata. Difficile nutrire fiducia in un paese che intende governare sulle macerie.
Il diritto internazionale sembra chiederne l’incriminazione, alcune agenzie e istituzioni l’hanno già richiesto: apartheid, genicidio, crimini di guerra.
Il sostegno incondizionato, e armato, degli Stati occidentali, a questo punto ingiustificato, assomiglia sempre più ad un fronte neocoloniale che dopo il massacro e le macerie si appresta a provvedere alla ricostruzione.

Fino a quando? La guerra contro Hamas “fino alla sua sconfitta definitiva”, sembra la realizzazione di una guerra contro i palestinesi fino alla loro estinzione. Nulla sembra poter fermare questo progetto. Eppure nemmeno nella Bibbia c’è traccia di uno Stato di Israele, ma solo di un “popolo di Israele” organizzato in tribù.

Forse è il momento di intraprendere la strada della decolonizzazione, che metta in discussione l’esistenza dello Stato coloniale di Israele, forse per questo la soluzione potrebbe essere “due popoli (ma anche più popoli) in un solo Stato”.

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