[…] L’alternativa al piano Mattei governativo si potrebbe spendere, a livello sociale, questo anno di G7 italiano per creare uno spazio politico che elabori un “Piano Ostrom”. Un piano, cioè, che provocatoriamente potremmo dedicare alla politologa Elinor Ostrom, che ha vinto un premio Nobel dell’economia dimostrando la gestione comunitaria costruita intorno ai beni comuni è più efficiente e, paradossalmente, profittevole di quella estrattiva classica. Un piano di riprogrammazione dell’impiego delle risorse comuni, materiali e immateriali, intorno alla priorità della giustizia ambientale e sociale, nella modalità della cura, come fattore determinante della pace e della democrazia da ricostruire su fondamenti più ampi e condivisi. Un piano che ripensi il ruolo dello Stato non, come sogna anche Draghi, quale borsellino infinito degli appetiti privati, ma come patto tra pari improntato alla partecipazione, alla cooperazione e alla sussidiarietà, ricucendo la rappresentanza che ha subito un processo di svuotamento.
Un piano, infine, che lasci Enrico Mattei, e il patriarcato fossile pur nobilmente inteso, a riposare nella storia del secolo scorso, per affidare il futuro, se c’è, a una visione più lunga, respirata e sistemica, popolare e profondamente politica.
da alternative per il socialismo, n.75, p.133