GKN, sciopero della fame

Ci abbiamo riflettuto a lungo. Non crediamo negli atti individuali ma nella lotta collettiva. E anche in questo caso “niente di personale, tutto di collettivo”. Che sia praticato da alcuni o molti, infatti, lo sciopero della fame è solo un ulteriore strumento messo in campo da questa vertenza, ad ausilio di una lotta collettiva, delle richieste di sindacati, Rsu e Collettivo di Fabbrica. Non ci sono tra di noi eroi o martiri.

Ci abbiamo riflettuto a lungo. Il concetto di fame è un concetto strano nei cosiddetti paesi “capitalisticamente avanzati”. Qua da noi la povertà non prende quasi mai la forma della morte per inedia. Anzi, spesso si accompagna con forme di obesità dovute al junk food. Qua da noi la povertà ha il volto della mancanza di cure, del disagio psichico, della morte per freddo durante l’inverno. E infatti con questo sciopero della fame non vogliamo denunciare solo o tanto lo stato di povertà relativa, a cui ci hanno ridotto due anni di cassa integrazione e cinque mesi senza stipendio.

Vi restituiamo in faccia il gioco a cui avete giocato sin dalle prime ore di quel 9 luglio 2021. Lo sapevamo che lo avreste fatto. Ma tra saperlo e riuscire a impedirlo, purtroppo, ci passano i rapporti di forza. Incontri che rimandano incontri, chiacchiere, svolte annunciate, rassegnazione, zizzania seminata tra i lavoratori, cambi di proprietà, di liquidatori, di nomi: tutto per fare perdere le tracce di questa lotta. Per prendere tempo, per perdere tempo.

Cosicché a un certo punto non ti ricordi più nemmeno del perché stavi lottando: ti trasformano da un collettivo operaio in lotta a singoli individui che non si sa “perché non si cercano un altro lavoro”.

Questo Governo ha convocato in due anni tre incontri sulla ex Gkn: il 24 febbraio, il 2 marzo 2023 e il 26 marzo 2024. Si è guardato bene dal convocare un incontro durante i licenziamenti. Avrebbe dovuto dire che quei licenziamenti erano contro le leggi del proprio Stato. E infatti ha girato alla larga e l’ha lasciato dire al Tribunale. E ha ignorato invece che il Tribunale ha detto più volte che la fabbrica è agibile e gli stipendi da pagare. In pratica, il Governo ha girato alla larga rispetto al sospetto – forte e legittimo – che su questa fabbrica da tempo aleggino logiche speculative.

Le richieste sono tre: 1. legge regionale subito e creazione urgente di un consorzio pubblico regionale per trattare l’area e sottrarla a logiche opache 2. commissariare qf per pagare gli stipendi 3. dare vita a una vera discussione su reindustrializzazione seguendo le stesse linee indicate dalla 234, agganciando tra l’altro un ammortizzatore sociale.

Ci spaventa uno sciopero della fame. Perché è una privazione mai provata. E ci imbarazza usare un termine come “fame” in un mondo dove di stenti si muore veramente, come ad esempio in Palestina. Ma poi alla fine, ci siamo dati la risposta più semplice: siete voi a dovervi ammalare di paura e l’imbarazzo è tutto vostro. Buona settimana dell’imbarazzo e ora, ci raccomandiamo, fate quello che sapete fare: prendere tempo, per perdere tempo. Noi siamo qua, con la pancia piena di rabbia e dignità.

 Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze 

#insorgiamo

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