La scrittrice canadese è morta a 92 anni.
Vincitrice del premio Nobel nel 2013, è certamente la più intensa e originale scrittrice di racconti e novelle a cavallo dei due secoli.
Capace di condensare l’epica del romanzo in poche pagine, è la narratrice che esplora l’esistenza “subalterna”, sia che si tratti di donne che di emarginati.
Uno stile limpido “che ha lo stesso effetto della poesia, in cui una singola immagine convoglia molteplici livelli di significato”, sostiene l’asprezza delle situazioni che narra, senza fare sconti all’ideologia dei benpensanti né al pensiero maschile dominante.
Qualcuno dice che sia già un modello di riferimento nel panorama letterario delle short story, alla stregua di Cechov e Joyce, noi, per quello che può valere, lo confermiamo.