Rispondono colpo su colpo il Collettivo di Fabbrica, la Fiom Cgil e l’Usb all’indomani della visita, in una fabbrica linda e pulita, del liquidatore Gianluca Franchi. Pronto, comunque, a denunciare “l’illegalità nello stabilimento” e chiedere l’intervento del ministro Piantedosi, solo perché un picchetto operaio ha impedito l’ingresso non del liquidatore ma di alcuni uomini di un’agenzia di sicurezza. Dei vigilantes, che Qf voleva mettere dentro il sito produttivo.
Franchi se la prende anche con il sindaco campigiano Tagliaferri, accorso in difesa degli operai, che ha definito “un atto provocatorio” il tentato blitz degli uomini di Francesco Borgomeo.
Ma di atto provocatorio parla anche la Fiom con Samuele Lodi e Stefano Angelini: “Si tratta solo di un pretesto per non presentarsi al tavolo di martedì 26 convocato dal Mimit. QF è un’azienda ancora in attività e dove i lavoratori sono a disposizione del datore di lavoro e continuano a mantenere in sicurezza lo stabilimento, come confermato dal nuovo Responsabile del servizio di prevenzione e protezione. Quello dell’azienda è un comportamento inaccettabile nei confronti di lavoratori senza stipendio da tre mesi. QF sta seguendo un percorso che niente ha a che fare con il rispetto della sentenza del Tribunale di Firenze che prevede l’applicazione della legge 234/2021, ed è grave che un’azienda privata in attività chieda l’intervento di un tavolo per l’ordine pubblico”.
Sulla stessa linea l’Usb: “Quelle del liquidatore Franchi sono parole e decisioni arroganti e vergognose, irrispettose nei confronti di lavoratori a cui è stato tolto tutto. Lui chiede il ripristino della legalità quando l’azienda ha disatteso ogni accordo, ogni intesa, ogni contratto, ogni legge. Se c’è qualcuno al di fuori della legalità questa è proprio l’azienda”.
Da parte sua il Collettivo di Fabbrica tira le somme: “La richiesta di trasformazione da parte della proprietà di un tavolo sociale su Gkn in un tavolo di ordine pubblico, e la richiesta di fatto a un potere esecutivo di incaricarsi di fare giudice, giuria e processo alla lotta – viste le denunce nelle procure – compresa la pressione sulla prefettura di Firenze, è quanto di più vicino al fascismo che a noi in vita è capitato di vedere”.
“Non stiamo a ripetere che tutto questo avviene per non parlare di stipendi – aggiunge il Collettivo – dei passi avanti della reindustrializzazione dal basso, di transizione ecologica, dell’azionariato popolare, delle logiche speculative su quell’area, degli accordi presi con Melrose per completare la delocalizzazione. Se poi questo avviene per una psicosi contro il Festival di letteratura Working Class, allora diciamo che se il movimento sindacale, le lotte sociali, e perfino le cosiddette forze democratiche non capiscono che ormai qua la partita è ampia e devastante, noi ci possiamo solo dire sereni: se alla fine saremo chiamati banditi e non partigiani del lavoro, Gkn sarà l’ ultimo dei problemi. Si è varcato un confine, non si può fingere più”.
Riccardo Chiari, il manifesto, 25 marzo 3024