La “politica” contro i migranti

Comunicato Cicloofficina Thomas Sankara

Mentre la politica “politicante” fa chiacchiere in attesa del banchetto elettorale (che sarà magro per alcuni e un’abbuffata per altri) scorgiamo gli effetti disastrosi delle politiche del governo per i soggetti più poveri, deboli ed emarginati.

I Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) appaiono sempre più campi di concentramento a tempo. Gestiti da imprese private a caccia di profitti: qui sono in “detenzione amministrativa” immigrati senza diritti, maltrattati e imbottiti di psicofarmaci, che si vorrebbero espellere, ma la maggioranza non viene espulsa per l’assenza di accordi bilaterali, dopo 18 mesi verranno rilasciati e poi, trovati senza permesso di soggiorno, ancora internati, così all’infinito, e qualcuno di loro finirà in galera perché cercherà un modo per non crepare di fame…

Ma anche qui nel biellese le cose non vanno meglio. Il “decreto Cutro” ha peggiorato le cose: i Centri di accoglienza e servizi (Cas) funzionano sempre peggio: poco cibo e scadente, il pocket money in ritardo di mesi o distribuito parzialmente creando conflitti gli ospiti, non si fanno più lezioni di italiano o altre attività. Sono abbandonati a se stessi, in attesa di un permesso di soggiorno che la Questura di Biella concede con sempre più lentezza, in ambienti ostili sui quali la Prefettura, evidentemente, non esercita alcun controllo efficace.
Il “decreto Cutro” abbassa arbitrariamente la maggiore età dei migranti a 16 anni, con gravi conseguenze per la loro sicurezza e benessere.
I problemi di salute sono in aumento, i casi di disturbi emotivi e psicologici non riescono ad essere affrontati in modo adeguato, il centro di Informazione Salute Immigrati (ISI) si prodiga ma diventa difficile avviare percorsi di aiuto per l’insufficienza dei servizi e perché questi immigrati non possono/devono essere integrati vista la condizione giuridica precaria.

Come si capisce l’emergenza non sono gli sbarchi ma le politiche per i migranti che si sono fatte in oltre vent’anni. La situazione si sta ulteriormente aggravando e non è casuale che i senza fissa dimora siano sempre più migranti e che un terzo dei detenuti siano stranieri.
La politica non vuole, nel rispetto dei diritti umani e della Costituzione, affrontare le immigrazioni in modo strutturale.

Se non ci fosse la diffusa azione del volontariato saremmo al disastro completo. Ma il volontariato non può sostituirsi allo Stato né supplire alla mancanza di volontà politica delle Istituzioni.
Per questo è necessario che le associazioni di volontariato prendano consapevolezza che questa è una questione politica: dobbiamo agire non solo per migliorare la vita dei migranti ma anche per denunciare le carenze in modo sempre più pressante e agire per cambiare una politica sbagliata.

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