Si potrebbe dire che fu un intellettuale “militante”. Coraggioso nelle scelte personali così come in quelle politiche e sociali. Un coraggio che gli deriva probabilmente dal carattere e dalla fiera affermazione della sua omosessualità,
Il coraggio più evidente sta nelle scelte filosofiche che si liberano da alcune pastoie ideologiche e aprono la storia al “forse”, all’incertezza, mettendo in discussione il valore escatologico delle scelte politiche.
Costruttore del “pensiero debole”, così frequentemente banalizzato e frainteso, ha aperto strade nuove al pensiero mettendo in discussione procedimenti ideologici spesso irrigiditi e imbalsamati.
Riportiamo qui stralci di un ricordo di Stefano Petrucciani apparso su il manifesto.