La denuncia arriva da Libera e Gruppo Abele con la II Edizione del rapporto “Il PNRR ai raggi X” (pnrr ai raggi x) che fotografa l’attivazione e la conoscibilità dei progetti del PNNR. Il rapporto curato da Progetto Common – Comunità monitoranti di Libera e Gruppo Abele in collaborazione con la rivista lavialibera è un monitoraggio civico che ha visto la partecipazione di 124 volontarie e volontari dei presidi territoriali di Libera.
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Vista l’assenza e la carenza di dati a livello centrale, Libera e Gruppo Abele hanno monitorato e censito i progetti dal basso, chiedendo conto direttamente ai 109 comuni capoluoghi di provincia attuatori di PNRR. È stato così possibile mappare 1731 progetti per 92 dei 109 Comuni per una spesa totale di circa 6 miliardi di euro. Per 133 dei 1731 progetti mappati non è stato possibile individuare il codice unico di progetto (CUP) una sorta di “codice fiscale” dato essenziale per l’identificazione di un progetto.
Confrontando il dataset di Libera con i dati sui progetti di PNRR rilasciato in Italia Domani (giugno 2023) c’è una gigantesca differenza che non si riesce a spiegare: 900 progetti (o meglio CUP) dei1598 mappati non sono presenti (o almeno non sono coincidenti) nel database istituzionale: una differenza per il 56%, ben oltre la metà. I dati risultano ancora diversi se si incrocia il database di Libera con quello reso disponibile dall’Autorità anticorruzione (ANAC). Su 1598 progetti, 328 progetti mappati da Libera (il 21% di quelli verificabili) non sono presenti o almeno non coincidono con questo database istituzionale. A livello regionale sui dati dei comuni capoluoghi il maggior numero di progetti mappati si trovano in Emilia Romagna (269) seguiti dalla Lombardia (241), Toscana (215), Veneto (206). Se si confronta il dateset di Libera con i dati sui progetti di PNRR rilasciato in Italia Domani a livello regionale, non risultano sul database istituzionale ben 144 progetti Toscana, 124 nel Veneto e 150 in Emilia Romagna. Davanti questa fotografia non sorprende se in una recente indagine di Demos per Libera il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) viene dipinto come un oggetto misterioso nella percezione delle cittadine e dei cittadini. Circa sette intervistati su dieci (68%) affermano di averne “nessuna” o “scarsa conoscenza”. Contestualmente, la stessa indagine mostra che è alta la preoccupazione che la grande mole di denaro impiegata in investimenti pubblici possa favorire infiltrazioni mafiose. Infatti, ben l’88% degli intervistati ritiene che il PNRR – per quanto avvolto in una nebbia di incertezza sulla sua reale natura – sia comunque a rischio di corruzione e infiltrazioni mafiose, presumibilmente al pari di ogni altra forma di investimento di risorse pubbliche in Italia.
Nel rapporto vengono proposte ai decisori nazionali e locali cinque questioni:
– Perché i dati raccolti interpellando i Comuni non coincidono con quelli istituzionali? E che ne è dell’unicità del dato per i progetti di PNRR?
– Come si fa a ricostruire la filiera informativa dei progetti di PNRR fin dalla fase decisionale, se vengono cambiati in corsa gli elementi tramite i quali poter confrontare i dati?
– Quando è prevista la pubblicazione del portale di PNRR fondato su “trasparenza, semplicità, immediatezza e personalizzazione”, come promesso nel PNRR stesso?
– Perché questo duplice rilascio con tempistiche inusuali? E con quale frequenza saranno aggiornati i dati d’ora in avanti?
– Quanti e quali sono quindi i progetti di PNRR oggi attivi in Italia?
Alle domande vengono affiancate due proposte: istituire un portale unico nazionale che diffonda i dati aggiornati e trasparenti sul Piano; dotare le amministrazioni comunali di pagine specifiche per i progetti, così che non possano esserci dubbi sul come e il perché un Comune decida di utilizzare le risorse del Piano.
Nel Rapporto si denuncia inoltre che i fondi sono stati allocati, anche per fronteggiare il rischio di sforare le tempistiche da rispettare, in interventi dal discutibile valore etico-sociale, come quelli nel settore degli armamenti o della produzione dell’energia e ciò anche a seguito della recente approvazione da parte dell’Europarlamento di una normativa a sostegno della produzione di munizioni nella UE, che consente il rifornimento di armamenti per i 27 eserciti nazionali anche con il contributo dei fondi del PNRR (così che il PNRR, nato come strumento di rinascita socio-economica, volto a generare processi di sviluppo sostenibile e circolare dell’economia, rischia di trasformarsi in canale di potenziamento bellico).
Qui il rapporto:
Il PNRR ai raggi X
Libera, 7/9/2023