Oggi, senza “sinistra” in Parlamento, con una “sinistra antagonista” marginale e contraddittoria nella società; con un sindacato subalterno e istituzionale; sotto un governo “armato”, neoliberista, nazionalista e autoritario, occorre sostenere e alimentare i conflitti, le lotte, le rivolte.
Senza discernere troppo, senza pretendere compiutezza o lungimiranza. Qualsiasi azione locale o nazionale (o transnazionale) capace di contrastare la deriva autoritaria o il dissesto del territorio o la flessibilità del lavoro e i bassi salari o le privatizzazioni e l’inadeguatezza dei servizi pubblici e capace di favorire le libertà d’opinione e quelle personali; insomma, tutte le azioni di critica e contrasto al tempo presente degli “stupri”, con il suo carico di ingiustizie e iniquità, di disagio sociale, di semplificazioni e disinformazioni, devono essere appoggiate, sostenute, accompagnate, senza cautele, senza limitazioni per favorirne la radicalità.
Dentro la Comunità Europea che obbliga i suoi membri a politiche economiche neoliberiste, che fa accordi strategici con dittatori e golpisti e finanzia campi di concentramento per fermare i migranti, abbiamo il diritto di disobbedire alle leggi e l’obbligo politico di sovvertire un ordine che ha scelto le politiche autoritarie e concentrazioniste.
Questo non è il tempo delle compatibilità politiche, del dialogo con le Istituzioni.
Questo è il tempo di dare spazio alla ripresa, lenta ma necessaria, della politica dal basso, senza illusioni o aspettative.
Questo è il tempo dell’autorganizzazione.
Questo è il tempo delle analisi e dell’inchiesta.
Questo è il tempo della resistenza al “governo armato”, della disobbedienza alle leggi ingiuste, delle rivolte per la redistribuzione del reddito, del sabotaggio, della diserzione dalla patria.
Sono molto vicino sia alla tua analisi e proposte in merito evidentemente pero la condizione di vita delle persone non è cosi pessima da indurre a una ribellione salvo in alcuni casi(vedi Napoli)Nel frattempo cosa fare? aspettare? Ciao Oreste
urliamo,certo.
Propongo una visione da una prospettiva opposta e volutamente provocatoria. Così, tanto per riflettere.
“Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo.”
(Dal film Matrix del 1999)