Contro la guerra, voluta (come sempre) dai potenti, si muovono, con estrema difficoltà, pacifisti e disertori russi e ucraini. Motivano la loro scelta in molti modi ma tutti concordano che dietro a questo massacro ci siano i poteri economici finanziari e industriali: le banche e le industrie delle armi. E la Patria? un’alibi, la solita operazione ideologica. Fuggono altrove: in Occidente, in Georgia, comunque lontano dal fronte. In Ucraina c’è chi ha abbondonato il lavoro e si è chiuso in casa per non essere “rastrellato” in strada dai reclutatori.
Noi dobbiamo aiutare i disertori, tutti i disertori, contro l’ideologia delle patrie. Chiediamo all’Europa di garantire accoglienza e protezione ai pacifisti e ai disertori ucraini e russi!
Qui un interessante testimonianza da Tblisi raccontata su il manifesto da Andrea Sceresini, Giuseppe Borello, Matteo Delbò.