Sonia Modenese ci invia questo “diario di viaggio”, lo pubblichiamo e la ringraziamo.
Visita al memoriale e al cimitero americano
Oggi abbiamo visitato il Cimitero americano e il memoriale a Colleville. Sicuramente il primo sentire riguarda l’angoscia per migliaia di giovani vite massacrate a causa del nazismo e del fascismo, per cui è veramente vomitevole l’affermazione che la celebrazione e la reificazione della Lotta di Liberazione sia divisiva e di parte.
In secondo luogo è sempre motivo di grande vergogna pensare di essere nati nella stessa terra che ha generato il fascismo, che la seconda carica dello stato sia un orgoglioso neofascista e che il Primo ministro sia discendente diretto di una ideologia che ha in Mussolini il proprio riferimento.
Ma se l’Italia non ha fatto i conti col suo passato fascista, gli Stati Uniti nel dopoguerra hanno condotto politiche che, al di là dei memoriali e dei cimiteri, non hanno certo onorato la morte di quei ragazzi: pensiamo al sostegno dato in Italia e all’estero ai terroristi di estrema destra, quella neofascista appunto, ai depistaggi e a tutto ciò che è emerso dagli atti processuali relativi alle “stragi di stato”.
Le politiche USA sono state finalizzate a impedire con ogni mezzo che in Italia il PCI arrivasse ad essere maggioranza del paese.
Quegli stessi ragazzi morti sulle coste della Normandia o ad Anzio sono morti altre enne volte col sostegno dato dalla madrepatria ai golpe militari da quello di Pinochet, a tutte le centinaia di situazioni dal centro America all’Africa alla questione israelo-palestinese, che avrebbero intaccato gli interessi americani contribuendo a costruire l’attuale sistema basato su ingiustizia, imperialismo e violenza.