E’ indubbio che il 2021 si presenti come uno degli anni meno piovosi dell’ultimo decennio. I dati Istat raccolti nei 24 Comuni capoluogo di Regione e Città metropolitane lo confermano: in media un calo di 7,2 cm. Con punte di -31 a Bologna, -24 a Milano…
Nel 2021 sono 15 i Comuni capoluogo di Provincia che hanno dovuto razionare l’acqua. Misure di razionamento sono state applicate in quasi tutti i capoluoghi di Provincia della Sicilia (tranne Messina e Siracusa) e della Calabria. A Cosenza la misura di razionamento è stata applicata tutti i giorni dell’anno.
I dati Istat ci informano che il vero problema sono le perdite idriche totali nella fase di distribuzione a causa dell’obsolescenza delle infrastrutture. I dati calcolati come differenza tra i volumi immessi in rete e quelli erogati è di 3,4 miliardi di metri cubi, pari al 42,2% dell’acqua messa in rete.
L’inefficienza delle reti comunali è tale da fissare la dispersione in 157 litri al giorno per abitante.
La situazione è leggermente migliorata nei 109 Comuni capoluogo di Provincia, dove i gestori investono di più nell’efficienza della rete idrica.
Ma in nove regioni le perdite superano il 45%, i valori più alti sono in Basilicata (62,12%), Abruzzo (59,8%), Sicilia (52,5%), Sardegna (51,3%).
Nuovi invasi o desalinatori non sono le scelte utili per affrontare la siccità di questi mesi. Investire nell’efficienza della rete idrica in tutti i Comuni è la scelta strutturale meno impattante, più efficace e economica.
Per questo obiettivo va compiuto lo sforzo maggiore.
Le privatizzazioni della gestione della rete idrica sono certamente una grave limitazione agli investimenti nelle infrastrutture, ma Enti Locali e Stato centrale devono indirizzare gli investimenti sull’efficienza della rete idrica per ridurre e annullare le dispersioni, unico strumento capace di fare fronte alla siccità.