Grande soddisfazione per il nulla cosmico che è emerso per l’ennesima volta dall’incontro dei governi UE sui temi dell’immigrazione.
Quelle della “Meloni soddisfatta” sono parole già sentite migliaia di volte dai suoi predecessori.
“Cambio di passo”
“Ora finalmente l’Italia non è più sola”
“Abbiamo ottenuto che la questione immigrazione venga affrontata come una questione europea e non solo italiana”
“C’è un vero cambio di direzione”.
Guardando alla distanza tra i risultati e la loro rappresentazione c’è davvero da vergognarsi.
Parliamo peraltro di una discussione pubblica basata tutta sulla falsa evidenza, da noi più volte denunciata, che l’Italia fa molto di più dei partner europei e molto di più di quello che dovrebbe o potrebbe fare, a seconda delle versioni.
Ma i dati, e la realtà, non la sua caricatura, dicono esattamente il contrario.
Partiamo da una precisazione: gli stati si fanno carico solo di quelli che chiedono asilo, perché la legge li obbliga a esaminare la loro domanda d’asilo e a garantire la loro accoglienza.
Nel corso degli ultimi 10 anni, e anche prima, la percentuale delle persone accolte ogni anno nell’UE in relazione alla popolazione residente, lontana dai numeri delle altre regioni del mondo, è stata sempre superiore a quella relativa al nostro Paese.
Per dirla in parole povere, se tutti i governi accettassero il principio di solidarietà, tanto sbandierato da più di un decennio dall’Italia, i trasferimenti di richiedenti asilo avverrebbero verso l’Italia e non in senso contrario. Cioè dovremmo accoglierne di più.
Ecco i dati, elaborati dall’ARCI sulla base di quelli pubblicati da Eurostat, che mostrano quanto sia insopportabile e lontano dalla realtà questo lamento continuo dell’Italia.