A poche ore dall’inizio del XIX Congresso della CGIL Landini ci ricorda che dopo migliaia congressi di base, di area e di categoria le priorità sulle quali si discuterà sono le seguenti:
- 1. aumentare i salari e riformare il fisco;
- 2. fermare la precarietà e ridurre e ridistribuire gli orari di lavoro;
- 3. opporsi all’illegalità nel lavoro, contrastando il proliferare delle catene di appalti e il lavoro grigio e nero e investendo per la sicurezza nei luoghi di lavoro;
- 4. costruire un nuovo stato sociale fondato su formazione, sanità, riforma delle pensioni, assistenza di qualità, integrazione sociale e lavorativa dei cittadini migranti, lotta alla povertà;
- 5. rivendicare politiche di sviluppo e politiche industriali, a partire dal Mezzogiorno, e un nuovo intervento pubblico perché la digitalizzazione e il nuovo paradigma ambientale diventino non solo sostenibili ma una vera opportunità per il Paese.
Noi ci auguriamo che non siano parole vane e che su queste “priorità” la CGIL sappia elaborare la più solida e dinamica delle strategie. Si abbia il coraggio, vista la posta in gioco, di avviare una stagione di conflitti, unica pratica in grado di dare respiro a queste proposte e dare vita nella società ad un “principio di speranza”. Le lotte sono l’unico strumento in grado di mettere in moto una società ripiegata su se stessa e “sottomessa” ai poteri forti.