Varata la legge di bilancio, nella continuità: soddisfatte piccole voglie, punite altre, niente per sanità e scuola e voucher per lavorare; elemosina arrogante: pacchi alimentari per i poveri e sconti fiscali al ceto medio; …e continua il percorso di maltrattamenti alla democrazia.
La legge di bilancio è stata approvata con il voto di fiducia, discussa malamente nelle Commissioni, negato il confronto in Parlamento. Ormai le leggi si discutono e si votano solo nei governi di larghe intese perché la maggioranza è certa e unanime.
A noi questo sembra sintomo evidente della crisi strutturale della democrazia rappresentativa. Poco più della metà degli aventi diritto partecipa alle elezioni; governano coalizioni che non rappresentano la maggioranza degli elettori perché alchimie elettorali gli attribuiscono più peso parlamentare di quello che gli sia stato dato dai cittadini; la coalizione che governa non ha ottenuto il 50%+1 dei consensi ma occupa 2/3 del Parlamento; il partito di maggioranza relativa ha ottenuto più o meno il 16% dei consensi degli aventi diritto al voto, ma occupa un terzo circa dei seggi parlamentari. Se questi sono i trucchi per tenere in vita la democrazia rappresentativa è evidente che c’è qualcosa che non va.
Se poi si accerta, come è evidente, che la democrazia rappresentativa non funziona (ricorrere continuamente al voto di fiducia nega la rappresentanza costituita dal Parlamento)… Bisognerebbe provare a ragionare con rigore, fantasia e coraggio sulle forme della democrazia e percorrere strade anche inesplorate che possano garantire la democrazia attraverso la partecipazione dei cittadini alla vita politica. Si può e si deve fare.