“Non è giusto che il più forte schiacci e uccida il più povero, lo straniero”. Così dice Bahija El Boussetaoui, sorella di Youns, assassinato dall’Assessore di Voghera, il pistolero Massimo Adriatici.
Queste parole amare sono la conseguenza del comportamento della Procura di Pavia che ha condotto indagini lacunose e ostacola i legali della famiglia di Youns.
Fin da subito appare evidente la scelta di stare dalla parte dell’Assessore leghista e si sommano una anomalia dietro l’altra. I legali denunciano che la Procura ha negato la consegna della copia forense del cellulare di Adriatici, questa ha autorizzato solo la presa visione, sotto il controllo dei Carabinieri, e senza le chat, per “esigenze di riservatezza”. inoltre: 1. l’autopsia è stata realizzata in 12 ore senza avvisare i famigliari né i legali; 2. il Pubblico Ministero ha subito ipotizzato “l’eccesso colposo di legittima difesa”, nonostante l’imputato abbia usato proiettili ad espansione, vietati, e il colpo sia stato sparato dall’alto al basso, cioè quando “il pistolero” si era già rialzato; 3. la Procura non ha acquisito i filmati che avrebbero potuto confermare se l’Adriatici seguisse la vittima. Quando i legali li hanno richiesti erano già stati cancellati; 4. Ad Adriatici è stato consentito di muoversi indisturbato sul luogo del delitto con il rischio di inquinamento delle prove.
Nelle prossime settimane il Gip dovrà scegliere se avallare le indicazione del Pm o modificarle. Poi si arriverà all’udienza preliminare.
E’ necessaria la vigilanza e la solidarietà di tutte e tutti, affinché siano denunciate eventuali irregolarità, pregiudizi e e discriminazioni.