Contro i suicidi il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria apre a più telefonate. Ora la parola agli Istituti (e alla politica)
Nel mese di agosto, mentre nelle carceri si viveva uno dei momenti più drammatici degli ultimi anni, con un numero elevatissimo di suicidi, avevamo lanciato la campagna “Una telefonata allunga la vita”, chiedendo un intervento per garantire ai detenuti un numero di telefonate superiori rispetto ai 10 minuti a settimana che gli attuali regolamenti prevedono.
Quel limite, oggi, a fronte dello sviluppo tecnologico e al conseguente abbattimento dei costi, non ha più alcun senso.
Un appello che ha raggiunto una prima vittoria. Infatti, alcuni giorni fa, il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Carlo Renoldi, ha emanato una circolare attraverso la quale si chiede alle direzioni degli istituti di utilizzare il loro potere discrezionale per garantire un numero maggiore di telefonate ai detenuti, per riaffermare il diritto all’affettività e permettere a queste persone di poter trovare conforto nel parlare con i propri familiari.
Quello che ci auguriamo è che tutte le carceri applichino questa circolare e, questo, sarà uno dei punti che monitoreremo nelle prossime visite del nostro osservatorio.
Ma auspichiamo che il prossimo governo tenga in considerazione l’importanza di avere un contatto costante con la propria famiglia, mettendo mano al regolamento di esecuzione del 2000 e trasformando questa decisione, che oggi ha solo un’applicazione discrezionale, in una prassi generalizzata. Anche al fine di costruire una pena che garantisca, in qualsiasi carcere, i medesimi diritti.