Legambiente di Biella, Custodiamo la Valsessera e il Comitato Tutela Fiumi precisano e denunciano le “distorsioni” del Consorzio di Bonifica della Baraggia.
Le associazioni “Legambiente Circolo di Biella Tavo Burat”, “Custodiamo la Valsessera” e il “Comitato Tutela Fiumi” hanno congiuntamente redatto il comunicato stampa allegato, relativo alle proposte avanzate ai futuri parlamentari dal Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese nel corso della campagna elettorale.
In particolare queste associazioni, esaminando le 5 proposte, sottolineano quanto il Baraggia faccia ricorso ad un “narrazione distorta” dei provvedimenti autorizzativi (ad esempio quando illustra le teoriche disponibilità irrigue, se verrà costruita la nuova diga in Valsessera, indicando la disponibilità in 12 milioni di metri cubi circa anziché i 7 effettivamente autorizzati).
Osservano inoltre quanto il Baraggia continui ad enfatizzare i risultati irrigui senza rapportarli ai risultati agronomici conseguibili (non è mai rendicontato il rapporto tra i costi di investimento e i risultati economici); sono inoltre immancabilmente ignorati i costi ambientali e socio economici a carico dei territori ove dovrebbero essere realizzate le opere: una modalità che inibisce una corretta valutazione del rapporto tra costi e benefici.
La “lista della spesa” presentata dal Baraggia a guida Gili non si discosta dunque dal passato. Il nuovo presidente del Consorzio “propaganda” un confronto con il territorio, ma tale confronto è immancabilmente minato da una “narrazione distorta” e finalistica.
Occorrerebbe viceversa che il confronto venisse preliminarmente condotto sulla esaurita funzione di bonifica di tale consorzio: le opere realizzate negli ultimi 20 anni e le opere ora proposte per quasi 500 milioni di euro illustrano che le attività di tale ente sono quelle tipiche di un consorzio irriguo. Ad avviso delle scriventi associazioni occorre chiarire prima questo aspetto, evitare che si richieda impropriamente il riconoscimento di “opera demaniale”, che dovrebbe essere riservato esclusivamente alle sole opere di bonifica, per mere attività irrigue che non comportano più recuperi di terreni incolti alle attività agricole (ben pochi sono i lembi di baraggia ancora vergine, oggetto di tutela).
La Unione Europea ha inoltre disposto, con la Direttiva Acque del 2000, la necessità di una partecipazione economica degli utilizzatori nel sostenere i costi di investimento delle infrastrutture. Tale partecipazione è già prassi, per gli usi domestici, non per quelli agricoli.
Chieda il Consorzio alle utenze servite, in osservanza alle disposizione UE, un contributo per sostenere i costi di investimento delle opere proposte. Basta una piccola quota, tra il 10 e 20% (l’utenza civile, ndr, copre il 100% dei costi di investimento). Potremmo così verificare se anche i risicoltori condividono la messa in atto di tali onerose opere o se sono favorevoli solo in un contesto “assistenziale”, ove nulla a loro è richiesto.
Biella 5 ottobre 2022
Legambiente Circolo Biellese Tavo Burat – Il Presidente
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