Draghi e noi. Il finale

Una buona notizia ci viene dall’ultima conferenza stampa di Draghi: non è disponibile a futuri incarichi politici. Almeno ci siamo liberati del banchiere!
Ma i danni restano. Il nuovo decreto è l’ennesima distribuzione senza criteri di giustizia sociale: poco per i poveri, nulla per i servizi essenziali (sanità e scuola,) ma si inventa il “professore esperto”, e nessuna prospettiva di rinnovo dei contratti pubblici; ulteriore frantumazione della platea che riceverà “gli aiuti”.
Ancora una volta nulla di strutturale, un soccorso autoreferenziale che serve ad assolvere (e benedire) la politica tutta, prima delle elezioni! Draghi vuole lasciare un buon ricordo del suo operato e quindi la distribuzione superficiale e generalizzata soddisfa tutti: poco, per tutti e subito.
Nessuna scelta che faccia uscire i poveri dalla povertà, migliori i servizi e faccia i ricchi un po’ meno ricchi!
Questa è l’agenda Draghi cara a Calenda (così non deve nemmeno farsi un programma politico per procurarsi una poltrona in Parlamento), al PD, a Renzi, a Di Maio, a Forza Italia, alla Lega e anche a Fratelli d’Italia (nazionalista, europeista, atlantista e…). Tutti un bel programma elettorale!

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