Martedì 14 giugno 31 migranti, entrati illegalmente in Gran Bretagna, verranno deportati in Ruanda, altri voli sono in programma. La Corte suprema ha detto che si può fare. Lì saranno tenuti in attesa della “elaborazione delle richieste d’asilo”.
Secondo Human Right Watch e Amnesty International, insieme ad un’altra ventina di Ong, il Ruanda non rispetta nemmeno gli standard dallo stesso Commonwealth. Ma per la Corte suprema di Londra è lecita la deportazione perché sussiste un “interesse pubblico materiale”.
Nel paese si è messo in moto un movimento di opinione pubblica che oltre a presentare ricorso presso la Corte, invita le compagnie aeree a non collaborare con il governo, contro un provvedimento lesivo della Carta dei diritti umani. La compagnia Air-Tanker, che in precedenza aveva compiuto voli di questo tipo, si è ritirata dopo le proteste. Mentre l’opposizione laburista non ha assunto iniziative politiche degne di nota e insiste esclusivamente sulla necessità di fermare il flusso migratorio nella Manica.
Questa è la politica dei vecchi Imperi e delle nuove Nazioni: la democrazia rappresentativa in casa è salvaguardata dallo spostamento dei problemi fuori casa, altrove si scaricano le contraddizioni, altri pagano, gli stessi del passato, i dannati della terra.