Un Parlamento che non rappresenta la popolazione, che è in maggioranza contro la guerra, decreta il passaggio dai 25 miliardi del 2021 (già +20% rispetto al 2019) a 38 miliardi, ovvero da 68 milioni a 104 milioni al giorno di spesa militare.
Tutti soldi sottratti alla sanità, alla scuola, al sistema sociale, alla messa in sicurezza del territorio, alla ricerca.
Invece di chiedere – dopo il dramma della pandemia – di portare la spesa per la sanità pubblica all’8% o gli investimenti per l’istruzione al 7 % (siamo il fanalino di coda in Europa per la spesa in scuola e università) il parlamento chiede di aumentare del 30% le spese per le armi