30 MARZO 2022 ore 14:30
Giornata Nazionale di Mobilitazione sulle RSA/RSD
Roma-Ministero della Salute
Sotto le Prefetture di Torino, Milano, Firenze…
-Siamo anziani e persone disabili. Siamo madri, padri, nonni, zie, sorelle, fratelli, figli… Siamo parte della fetta di popolazione più vulnerabile di questo paese perché molti di noi sono affetti da gravi malattie o provengono da situazioni di grave disagio socioeconomico;
-Sono 2 anni che non è ci è permesso di uscire dalle strutture sanitarie in cui ci troviamo(RSA/RSD); molti di noi non possono neanche uscire dalle loro stanze;
-Ci hanno allontanato dai nostri cari, dai nostri affetti; per molti di noi le visite sono ancora del tutto vietate o comunque ostacolate in qualsiasi modo dalle scelte scellerate delle dirigenze delle strutture;
-Quando, con molte difficoltà le visite avvengono, le modalità in cui si svolgono sono DISUMANE: concesse solo in modalità “colloquio a tempo”, possiamo vedere i nostri cari solo attraverso dei vetri, tra noi e loro vengono interposti dei tavoli, della plastica, non possiamo abbracciarli, non possiamo stringere le loro mani, spesso c’è un’infermiera che ci piantona per controllare che non ci sia alcun contatto. “La stanza degli abbracci”, al di là di ogni retorica, è una stanza delle torture. Ci sentiamo in carcere senza aver commesso alcun reato;
-I nostri cari, gli affetti, sono la parte fondamentale della nostra vita; sono parte determinante del nostro benessere; il contatto fisico, l’Amore è la cura più potente che dovremmo avere a nostra disposizione. È ciò che da significato alle nostre vite, alla nostra identità;
-Apprendiamo dalla televisione che tutto il paese riapre, si torna alla normalità, mentre per noi la normalità sembra non poter tornare mai più;
-Oltre alle visite dei familiari sono state soppresse le visite dei volontari che per alcuni di noi sono l’unico sostegno;
-Sono state soppresse molte attività e licenziati molti operatori che prima ci proponevano delle attività ricreative; il personale tutto è in cronica carenza, costretto a carichi di lavoro eccessivi, sfruttati e ricattati;
-Non permettono ai nostri cari di venire a trovarci nelle nostre stanze; non possiamo far vedere a nessuno delle situazioni che per noi non rispettano la nostra dignità e la nostra cura perché non permettono ad altri occhi di vedere, di controllare per il nostro bene;
-Molti di noi si sono già lasciati morire perché non hanno retto ai traumi inflitti;
-Per “proteggerci”, ci stanno uccidendo, permettendo alle dirigenze sanitarie di gestire arbitrariamente i nostri corpi come contenitori vuoti, ossia senza tener conto che abbiamo degli affetti, delle identità, delle emozioni, delle anime che vorremmo siano considerate e rispettate;
CHIEDIAMO ALLA SOCIETÀ CIVILE TUTTA DI NON CHIUDERE GLI OCCHI SULLA NOSTRA SOFFERENZA E SUI NOSTRI DIRITTI UMANI COMPLETAMENTE CALPESTATI.
CHIEDIAMO a TUTTE LE ISTITUZIONI DI FAR TORNARE LA NORMALITÀ DELLE VISITE NELLE STRUTTURE DOVE SIAMO SEGREGATI DA DUE ANNI COME SE FOSSIMO IN CARCERE.
Al Ministero della Salute chiediamo di approvare entro 15 giorni un nuovo decreto per:
– togliere IMMEDIATAMENTE la discrezionalità dei dirigenti delle strutture residenziali sociosanitarie, che dipendono dai Gestori privati e la stanno usando da oltre un anno solo per allontanare i nostri cari e, quindi, per non avere altri occhi che vedono all’interno delle strutture;
– garantire SUBITO le visite tutti i giorni senza prenotazione, gli accessi alle stanze, le uscite; non si facciano discriminazioni tra parenti, si torni a prevedere le visite anche con il tampone gratuito, perché se siamo anziani malati, specie se con demenza, da troppi mesi siamo lasciati senza il conforto dei familiari; se ci ammaliamo di Covid, come è già successo anche se era tutto chiuso, abbiamo comunque diritto ad essere curati, non possiamo vivere senza affetti e relazioni umane;
Alle Regioni chiediamo di:
– garantire attraverso la vigilanza delle Asl che le strutture sociosanitarie accreditate rispettino gli standard del personale previsto nell’accreditamento, condizione indispensabile per permettere l’accesso ai familiari, volontari, amici e conoscenti con orari liberi e tutti i giorni;
– aprire subito un tavolo di confronto Stato-Regioni con le parti interessate, comprese le associazioni di tutela dei diritti dei malati non autosufficienti e rappresentanti di comitati di familiari ricoverati, per definire una nuova riorganizzazione delle cure sanitarie e socio-sanitarie, per mettere il personale in condizione di prendersi cura della nostra salute psico-fisica e prevedere anche la partecipazione di comitati civici all’interno delle strutture (familiari, volontari, cittadini).
La responsabilità di come siamo curati e trattati è del Ministro della Salute e degli Assessori alla Sanità; non siamo né clienti, né ospiti di alberghi, ma malati o persone con disabilità non autosufficienti neppure in grado di difenderci e per giunta paghiamo anche una parte delle cure. Abbiamo diritto alle cure in base alla legge e agli affetti perché sono diritti umani.
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, non ci può trattare come “scarti” della sanità e della società e metterci nelle mani dei gestori privati, sempre più spesso multinazionali, che vincono le gare sulla base dell’offerta al ribasso, che pagano i lavoratori e le lavoratrici e poi noi sulla nostra pelle.
CHE SIA PRIMAVERA ANCHE PER NOI,
LIBERATECI!
Prime firme: CDSA, Comitato di lotta RSA/RSD Roma, Comitato Nazionale Anchise, Comitato Parenti RSA Torino, DIxDI, Cub Sanità Nazionale, Ma De, Medicina Democratica, Ass.ne Cnopus, Forum per il Diritto alla Salute, Fairwatch,