L’associazione Arci Solidarietà Cicloofficina Thomas Sankara è felice, e orgogliosa, di raccontarvi una storia terribile ma con un lieto fine. E’ una storia che parla di violenza, minacce e schiavitù nei confronti di un gruppo di uomini che si sono rivolti a noi per chiedere un aiuto.
Sono migranti pakistani, per una legge sbagliata sono “clandestini”, facilmente ricattabili, quindi senza diritti, quegli invisibili che le destre xenofobe ci raccontano essere il male del nostro mondo, ma che fanno tanto comodo a quei soggetti che sulla schiavitù creano profitti e che spesso sono convinti elettori delle nuove destre.
Questi migranti “invisibili” hanno reagito allo stato di schiavitù al quale erano sottomessi: dodici ore al giorno, paga simbolica e saltuaria, decurtata da vitto e alloggio, promesse e minacce. Questi uomini coraggiosi si sono rivolti alla nostra Associazione e noi abbiamo contattato l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), organizzazione delle Nazioni Unite e dell’Alto commissariato per i rifugiati dell’ONU. Abbiamo provato a coinvolgere i sindacati ma con scarso successo.
Hanno inscenato una protesta davanti al ristorante cinese dell’Hinterland milanese nel quale “lavoravano”, sono stati insultati, minacciati anche in modo pesante, per questo hanno scelto di chiamare i Carabinieri, hanno rischiato ed hanno così ingaggiato una lotta con chi li schiavizzava ma anche con lo Stato. Hanno denunciato i loro padroni aguzzini sostenuti da medici, avvocati e l’OIM, hanno vinto la loro battaglia legale: Hanno ottenuto i permessi di soggiorno, in quanto vittime di “tratta lavorativa”, e un risarcimento.
Questa vicenda è un monito per tutti e tutte.
Quando ingoiamo comodamente un intero pasto a base di pesce, in tutte le salse, a 13 €, dobbiamo sapere che dietro ci sono degli “schiavi” che lo cucinano, perché a quel prezzo non sarebbe altrimenti possibile. Quando nella grande distribuzione troviamo la salsa di pomodoro a 0,70 € al Kg o verdure e frutta a prezzi stracciati, dobbiamo sapere che quei pomodori sono stati raccolti da lavoratori schiavizzati, che vivono in baracche nelle piane del sud o schiavi stagionali che dormono nei fienili del nord, prigionieri dei “caporali” e in mano alle multinazionali La pratica della solidarietà sta anche nella consapevolezza del valore del lavoro racchiuso in ciò che mangiamo.
In questi anni, abbiamo imparato quali siano i canali legali sui quali trasferire e condurre le battaglie: è la rete di avvocati e di medici che sanno che quando ci si trova di fronte a un reato non si deve mai voltare la testa. Queste reti di cittadini attivi e solidali, esperti e coraggiosi sono in grado di compiere azioni che sono veri e propri atti politici, che possono favorire la costruzione di un mondo solidale e alternativo a quello presente.
Arci Solidarietà Thomas Sankara, Biella