Una riflessione dell’antropologo Iain Chambers sulla nuova cartografia che rievoca le pratiche colonialiste per il controllo del mondo. Le mappe stabiliscono non solo il territorio e il possesso, ma anche i confini cognitivi che localizzano e controllano i corpi e le culture sia in patria che all’estero. La schedatura e il pattugliamento del pianeta promuovono un nuovo paesaggio esistenziale e concettuale, fornendo gli elementi costitutivi delle società moderne. (da il manifesto del 19 gennaio)